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Alfa Romeo entra in Fondazione Altagamma

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Alfa Romeo entra in Altagamma, la Fondazione che riunisce le migliori imprese dell’Alta Industria Culturale e Creativa, ambasciatrici dell’eccellenza italiana nel mondo. L’ingresso del marchio nella Fondazione s’inserisce in una strategia più ampia che ha visto lo scorso novembre Alfredo Altavilla, Chief Operating Officer di FCA Region EMEA, il Presidente di Altagamma Andrea Illy e il premier Paolo Gentiloni firmare due protocolli d’intesa per la valorizzazione all’estero dei migliori prodotti italiani. Tra questi ovviamente le vetture FCA con i suoi marchi maggiormente noti e rappresentativi del made in Italy nel mondo: Alfa Romeo e Maserati.

alfa romeo altagammaPer l’occasione la location di via Savona 56 è stata personalizzata con gli stilemi del marchio mentre, ad accogliere gli ospiti, ci sono due esemplari di Stelvio, il primo SUV del marchio italiano che esprime l’autentico “spirito Alfa” – piena emozione di guida, massime performance e stile sportivo – in una sport utility. Inoltre, all’interno dello Spazio Zegna e parte integrante della mostra due vetture moderne e una storica, a conferma del fil rouge che lega le auto del passato con quelle di attuale produzione: si tratta del nuovo SUV Stelvio, della pluripremiata Giulia – il nuovo paradigma Alfa Romeo e fonte d’ispirazione per il futuro – e dell’affascinante 6C 2500 Super Sport Villa d’Este carozzata Touring del 1949.alfa romeo altagamma

Seat Ateca FR: quando il suv diventa sportivo

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L’allestimento FR va ad arricchire la gamma Ateca, composta attualmente da Reference, Style e XCellence, posizionandosi sullo stesso livello di quest’ultima versione, pur offrendo maggior dinamismo e sportività. Dal momento del lancio, la SEAT ha venduto oltre 40.000 esemplari della Ateca in tutto il mondo e, insieme al successo riscosso dalla Leon, dalla Alhambra e dalla Ibiza, questo modello ha contribuito a far raggiungere alla Casa spagnola un risultato operativo pari a 143 milioni di euro nel 2016, il più alto nella sua storia, e a registrare un incremento delle vendite per il quarto anno di fila.

ateca frEsternamente, la nuova versione della Ateca si distingue dalla XCellence per la presenza del logo FR sulla parte anteriore e posteriore, nonché per la presenza i mancorrenti al tetto e le cornici dei finestrini di colore nero, come ulteriore segno distintivo. Guardando più da vicino la parte anteriore, spiccano la griglia, dall’esclusivo design in nero lucido, e i fari fendinebbia a LED, che sfoggiano l’esclusivo design FR. Stesso trattamento per i paraurti tipici FR in tinta con la carrozzeria, sul lato posteriore.

In particolare, vista lateralmente, la versione FR si distingue per la presenza di cerchi da 19” e pneumatici 245/40R19 oltre che per passaruota e minigonne laterali in tinta con la carrozzeria, con modanature in alluminio presenti lungo entrambe le porte. Nella parte posteriore, lo spoiler di colore nero incornicia gradevolmente il lunotto, così come lo spoiler sopra il cofano, che è in tinta con la carrozzeria. Anche i paraurti posteriori sono caratterizzati dall’esclusivo design FR e verniciati nel colore carrozzeria. Nell’abitacolo, i listelli battitacco in alluminio con logo FR si notano immediatamente all’apertura delle porte anteriori. Il logo è presente anche sul volante sportivo multifunzione con rivestimento in pelle e inserti in nero lucido. I sedili sportivi, di serie, sono rivestiti in Alcantara® (o in pelle, su richiesta), mentre la pedaliera è in alluminio. Le cuciture rosse su volante e sedili, sempre in Alcantara® e pelle, e il pomello della leva del cambio esaltano ulteriormente il carattere sportivo della SEAT Ateca FR. Nel contempo, lo straordinario pregio degli interni è sottolineato dalla presenza di eleganti dettagli di colore nero, come il cielo e le modanature interne delle porte, anch’essi contraddistinti dalle esclusive finiture FR. Sulla scia del lancio della Ateca, la versione più sportiva del SUV spagnolo offre i più avanzati sistemi di assistenza alla guida e le più innovative tecnologie di connettività.

Con l’introduzione del nuovo propulsore 2.0 TSI 190 CV, la gamma FR della Ateca comprenderà ora motorizzazioni benzina e Diesel Euro 6 che spazieranno da 150 a 190 CV, in abbinamento a cambio manuale o DSG con doppia frizione e trazione integrale (a richiesta).

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PROVA Ford KA+ Ultimate 1.2 Ti-VCT 85CV; affrontare la città con coraggio

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Negli ultimi anni il mercato dell’auto ha conosciuto cambiamenti radicali. L’avvento dei suv ha dato filo da torcere a molti segmenti e sembra destinato ad una crescita inarrestabile. Peccato che si debba fare i conti con la vita di tutti i giorni. Il 67% della popolazione italiana vive nelle grandi città o nelle immediate vicinanze. Questo dato influisce in maniera indiscutibile nella scelta della propria nuova auto. Quanti di noi dopo una giornata di lavoro o di studio hanno voglia di mettersi a guerreggiare per un trovare un posto per la propria auto?. Direi molto pochi considerato che in una città come Roma, ad esempio, si rischia di perdere un’ora di tempo al giorno in questa poco divertente caccia al tesoro. Ecco allora che si pone la necessità di fare una scelta intelligente optando per una citycar. La nuova Ford KA si rivela essere la candidata ideale per una serie di motivi. Comincio col dirvi che in meno di 4 metri di lunghezza, e per la precisione 3,93 metri, gli ingegneri dell’ovale blu sono riusciti a farci stare 5 porte e 5 posti comodi. Larga 170cm ed alta 150cm svicola veloce nel traffico cittadino e non teme neanche le strade più anguste dei piccoli centri abitati

Il design dell’esterno è tutta un’altra cosa rispetto alla precedente generazione. Linee più marcate ed ampia calandra anteriore le conferiscono un look più deciso. Validi i cerchi in lega da 15″ che sono opzionali ma che consiglio. Nel posteriore spicca l’ampio portellone che garantisce al bagagliaio una soglia di carico bassa ideale per chi deve riporvi oggetti pesanti. 

Il 1.2 benzina da 85CV abbinato al cambio manuale a 5 rapporti fa bene il suo dovere. Preciso e silenzioso è facile da guidare ed offre lo scatto giusto quando serve.  Facile tenere i consumi sotto controllo; nel circuito misto siamo nell’ordine dei 5l/100km. Non male davvero se pensiamo anche ai ridotti costi di bollo ed assicurazione. Molto utile il cruise control che permette di impostare la propria velocità di crociera ed è facilmente utilizzabile.

A bordo lo spazio c’è e non sembra di essere in una citycar. Il cruscotto riprende le linee della Fiesta e consente di trovare tutto ciò che serve “al posto giusto”. L’auto in prova monta il sistema di infotainment “Sync”. Quest’ultimo, sviluppato da Ford in collaborazione con Microsoft, permette una piena integrazione tra smartphone e vettura garantendo una maggiore sicurezza durante la marcia poiché si evitano pericolose distrazioni del conducente. Vale la pena spendere per il climatizzatore automatico (500 euro) funzionale ed esteticamente ben fatto. 

Solida e ben assemblata la KA è assolutamente comoda. Tutti i quattro finestrini sono elettrici e controllabili dal conducente ed è possibile, inoltre, per 250 euro avere i sedili riscaldabili ed il bracciolo lato guida. Mica male per una cittadina che, economica ma non per questo essenziale quanto a dotazioni, può quindi accompagnarci senza timore anche nei weekend fuori porta consumando il giusto e dando spazio a 5 persone.

Spazio sufficiente anche per chi viaggia nei sedili posteriori. Il tetto dell’auto peraltro non troppo spiovente, garantisce una seduta comoda anche ai più alti. Il bagagliaio ha una capienza di 270 litri e, come detto, grazie alla soglia di carico bassa è facilmente fruibile anche quando si devono riporre oggetti pesanti.

ford ka 2017Sul fronte della sicurezza la piccola di casa Ford non teme le rivali. Dotata di ben 6 airbag (frontale/laterale guidatore e passeggero – a tendina anteriori e posteriori) può anche contare sul sistema Sync che in caso di incidente fa partire automaticamente una chiamata di emergenza avvisando i soccorsi.

Dal sistema di controllo della pressione degli pneumatici all’ausilio nelle partenze in salita passando per i sensori di parcheggio la KA ha davvero tutto. Peccato però per la regolazione non elettrica dell’inclinazione degli specchietti esterni. 

Il listino parte da 9.750 euro per il 1.2 da 70CV. Per avere la versione in prova, cioè la Ultimate da 85CV, i prezzi partono da 11.250 euro ma i vantaggi in termini di dotazioni di serie e prestazioni del motore sono indiscutibili

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PROVA Volkswagen Golf Alltrack 2.0 TDI 184CV 4Motion: spazio al non convenzionale

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La Volkswagen Golf, sin dalle sue origini nel lontano 1974, ci ha abituati a continue innovazioni ed affinamenti. Non solo rinnovamenti stilistici ma vere rivoluzioni tecniche ne hanno segnato la storia. Nel 1998 con il lancio della prima station wagon, Volkswagen ha intrapreso con coraggio una strada inedita per la Golf che da poco si è arricchita con una novità assoluta la versione Alltrack. Ecco allora una spaziosa familiare trasformarsi in una 4X4 grazie alla trazione integrale 4Motion.

Sono numerosi i dettagli estetici che caratterizzano Golf Alltrack. Nell’anteriore spicca il paraurti specifico che riprende il motivo geometrico che troviamo sulla sorella maggiore la Passat Variant Alltrack. Anche la fiancata ed il retrotreno hanno ricevuto particolari attenzioni. Lateralmente si fa notare il passaruota rinforzato che poi seguita lungo tutta la fiancata dell’auto. Il paraurti posteriore specifico può anche ospitare il gancio traino che, pur essendo opzionale, rappresenta una soluzione esteticamente non impattante perché retrattile all’interno dello stesso. Funzionali e belli i fari allo xeno con luci di posizione led, seguendo la rotazione del volante permettono una ottimale visibilità anche in curva.

Questo 2.0 TDI da 184CV è la punta di diamante delle motorizzazioni disponibili su Golf Alltrack. Si tratta di un motore estremamente prestante che offre i cavalli giusti ma consumi ridotti (6.4l/100km sul circuito misto). Con uno 0-100km/h in soli 7,8 secondi ed una velocità massima di 219km/h permette di togliersi anche qualche soddisfazione. Il cambio DSG doppia frizione a 6 rapporti è preciso e veloce grazie alla due modalità “normal” o “sport”. Ottima la trazione integrale 4Motion; grazie ai driving profile il conducente può regolarne le prestazioni definendo il proprio profilo di guida personalizzato. I pneumatici 205/55/R17 non sono estremamente maggiorati e possono accrescere le capacità offroad dell’auto migliorandone il comfort. Potendo scegliere vale la pena acquistare le sospensioni con regolazione adattiva che permettono di assorbire meglio le asperità dei percorsi cittadini e non. 

Lunga 4 metri e 56 centimetri e larga 1,80 metri la Golf wagon è l’auto ideale per la vita di tutti i giorni con tanto spazio anche per chi siede dietro.

All’interno plancia molto razionale e solida. Le plastiche sono tutte morbide e c’è grande attenzione ai dettagli; non stupisce che  i vani portaoggetti siano foderati per evitare rumori durante la marcia causati dagli oggetti lì riposti. Molto comodi i sedili specifici (volendo si possono scegliere in pelle) che insieme alla pedaliera in alluminio ed al battitacco dedicato valorizzano il carattere fuori dagli schemi di Golf Alltrack. Le luci interne sono tutte led.

Bello da vedere, e facile da gestire, il sistema di infotainment. Dotato di un sensore di prossimità ha connessione bluetooth, USB, supporto per le schede SD. La navigazione è fluida e precisa ed è possibile gestire anche il climatizzatore dell’auto. Si tratta di 1.700 euro davvero ben spesi se si considera inoltre l’eccelsa qualità audio che può offrire.

Il divano posteriore è ampio anche se l’accesso è complicato dalla presenza del tunnel centrale, ad ogni modo possono sedersi comodamente tre adulti. Ben posizionati gli attacchi isofix per i seggiolini dei bambini. Comode le bocchette del clima anche per i sedili posteriori c’è inoltre un bracciolo centrale fruibile se non si viaggia in cinque.

La capacità del bagagliaio è di 605 litri in linea con le concorrenti del segmento di appartenenza. Abbattendo i sedili posteriori (operazione semplificata da una leva all’interno del bagagliaio) la capienza complessiva raggiunge 1.620 litri. Va riconosciuto, inoltre, che il piano di carico non troppo alto aiuta il posizionamento a bordo degli oggetti più pesanti.

Il listino prezzi parte dai 29.500 euro per il 1.6 TDI da 110CV. Per il 2.0 TDI da 184CV si  devono spendere 34.650 euro. Va detto che sono numerosi gli accessori disponibili per Golf Alltrack ed i prezzo può lievitare facilmente. Cifre queste che potrebbero sembrare cospicue ma bisogna anche ricordare ciò che la vettura ha da offrire in termini di comfort e qualità.

Piacevole da guidare su strada e non la Alltrack è una infaticabile compagna di viaggio grazie al DSG a 6 rapporti. Nonostante la non elevata altezza da terra (comunque +20mm rispetto alla Golf “standard”) può affrontare sterrati e condizioni climatiche avverse. Perché rinchiudersi in un crossover magari 2WD quando si può viaggiare comodi ed a trazione integrale con lei? insomma provare per credere!.

Guida pratica alla visita del Museo Ferrari di Maranello: passione rossa

Se è vero che almeno una volta nella vita tutti abbiamo sognato di essere a volante di una Ferrari rossa fiammante vale la pena visitare la città di Maranello. Maranello, in Emilia, è il tempio del mito Ferrari. L’azienda rappresenta una parte strutturale del tessuto urbano. Percorrendo le strade del centro abitato si incontrano nell’ordine; la fabbrica Ferrari, il mastodontico complesso  dedicato alla Scuderia di Formula Uno ed il non meno affascinante museo Ferrari. C’è un filo rosso che unisce questi luoghi ed è fisicamente visibile sui merciapiedi della città di Maranello e che guida i visitatori attraverso i luoghi simbolo del marchio che non ha voluto perdere il legame con la sua terra di origine. 

Inutile dire che Maranello è letteralmente invasa, in ogni stagione ed agli orari più disparati, da tantissimi appassionati di auto che vi giungono curiosi ed entusiasti. Del resto non è raro udire il rombo di una Ferrari e vederla sfrecciare su strada. I club della “rossa” sparsi per tutto il mondo organizzano periodici raduni e l’azienda è solita effettuare i giri di prova delle nuove vetture nelle strade adiacenti l’impianto produttivo.

Gli spazi espositivi sono ampi e ben organizzati. E’ possibile prenotare una guida o prendere con se un’audio guida che vi farà strada. All’interno del Museo, oltre al Ferrari Store ove è possibile acquistare il merchandising ufficiale Ferrari, è presente una ampia zona bar con spazi dedicati all’interno e nell’adiacente giardino esterno della struttura.

Come per altre iconiche aziende dell’auto il museo occupa un edificio specifico. All’ingresso spicca un enorme cavallino rampante e si è subito circondati da un’atmosfera che unisce l’ambito del motorsport, che per Ferrari significa soprattutto Formula 1, alle vetture stradali del brand. 

Fanno bella mostra di se veri e propri mostri come la FXX K; prodotta dal 2014 al 2015 in pochissimi esemplari è una poderosa ibrida che abbina ad un potente V12 benzina da 860CV un propulsore elettrico da 190CV.

Nelle sale successive troviamo le supercar Ferrari per antonomasia; F40, F50, Enzo, LaFerrari. Poste una accanto all’altra costruiscono un tragitto visivo che permettere di comprendere come il marchio abbia affrontato con coraggio un  cambiamento stilistico e tecnico di assoluto rilievo.

Caratteristica del museo è quella di creare un’atmosfera immersiva che avvicina il visitare alle auto senza porle su piedistalli o circondate da barriere protettive. Tutti posso avvicinarsi scattare una foto o farsi ritrarre con le auto. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non è il rosso l’unico colore delle auto esposte. Spicca ad esempio il bellissimo giallo sgargiante della nuova F12tdf. La F12tdf da 780CV sarà prodotta in 799 esemplari e promette di superare agilmente i 320Km/h.

Lascia a bocca aperta la bellissima quanto esclusiva F60 America prodotta in soli 10 esemplari. La roadster celebrativa del Cavallino richiama la storica Ferrari 275 GTS che nel 1967 correva con la scuderia North America Racing Team, caratterizzata dalla carrozzeria blu con le strisce bianche sul cofano, proprio come la F60 America. La livrea blu con la caratteristica banda bianca sul cofano della F60 riprende i colori dello storico  team da corsa “Nart”: North America Racing Team, fondato dall’italiano Luigi Chinetti. È stato pilota, importatore di Rosse oltreoceano, unico concessionario Ferrari per gli Stati Uniti per un gran numero di anni. Da team manager, vinse la 24 Ore di Le Mans del 1965 con il futuro Campione del Mondo di Formula 1 Jochen Rindt; due anni dopo, la 330 P4 iscritta dalla Nart andò a completare il podio Ferrari più famoso della storia dell’endurance, quello di Daytona ’67.

Inutile parlare del costo che si aggira intorno ai 2,5 milioni di euro e che è solo la punta dell’iceberg di questo concentrato di design e prestazioni. Concepita per celebrare i 60 anni di Ferrari in America la F60 monta un V12 6.3 capace di erogare 740CV che blocca lo 0-100Km/h in 3,1 secondi. 

Recentemente Sebastian Vettel ha dichiarato: “Correre per la Ferrari è stato il mio sogno fin da quando ero bambino e sto vivendo un’avventura stupenda a Maranello” ed ha anche aggiunto che “quando si è piloti della Ferrari c’è sempre enorme pressione, ma la mia passione per questo marchio supera di gran lunga la pressione, quindi sono felicissimo di gareggiare per questo team”. Facile capire perché tra tante bellissime auto l’attenzione dei visitatori del museo sia calamitata dalle monoposto di Formula 1. C’è posto per tutte dalla 312T del 1979 alle vincenti Ferrari dell’epopea Schumacher. All’interno dell’area espositiva è stato allestita anche una sala cinema dove rivedere le immagini più belle dei campionati Formula 1 di ieri e di oggi. E’ inoltre presente un avanzato simulatore di guida dove vivere in prima persona l’esperienza di un giro di pista bordo di una Ferrari. Per tutti, inoltre, l’esperienza unica di provare a sostituire gli pneumatici dell’attuale Ferrari di F1.

Il biglietto intero costa 15 euro, 13 euro per gli studenti e gli over 65 mentre fino ai 19 anni l’ingresso è offerto a 5 euro. Tutte le ulteriori informazioni per organizzare al meglio la vostra visita le trovate sul sito internet del museo http://museomaranello.ferrari.com/ .

Inoltre da poco è stato aperto al pubblico il Museo Enzo Ferrari di Modena. Accanto all’officina restaurata in cui lavorava il padre di Enzo è possibile immergersi nell’adiacente, ed avveniristico, padiglione da 2500 metri quadrati che ospita, insieme a molte vetture, il racconto dei 90 anni di vita di Enzo Ferrari. Oltre a tariffe dedicate è possibile usufruire di una comoda navetta che dal museo di Maranello conduce a quello di Modena e ritorno.

PROVA Seat Alhambra 2.0 TDI 184CV viaggiare nel comfort

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Non c’è niente di meglio che viaggiare in auto. Per una bella gita fuori porta magari con qualche amico serve però una vettura adatta. Ormai sui listini sono poche le auto da sette posti; ancor più ardua la ricerca di una sette posti “vera”. Eh si perché non essendo hobbit incastrarsi nei sedili di terza fila spesso è quasi impossibile. La soluzione a questi problemi si chiama Seat Alhambra.

Forse ad alcuni di voi il nome non dirà nulla ma proprio quest’anno la monovolume di casa Seat festeggia i suoi primi 20 anni. In due decenni la Alhambra ha messo a frutto idee e soluzioni innovative grazie all’aiuto della controllante Volkswagen. Parente stretta della VW Sharan, sono state entrambe rinnovate nel 2015, la Alhambra offre oggi tecnologie ed assemblaggi della “sorella” tedesca ad un prezzo più concorrenziale.

Il design è da vera monovolume con i montanti alti ed il bagaglio poco spiovente. Bello trovare le porte scorrevoli laterali ad apertura elettrica controllabili sia dal telecomando che dall’interno della vettura. Il frontale si ispira agli stilemi del marchio spagnolo con linee fluide ma al contempo nette. Il retrotreno è caratterizzato dai proiettori led che ricordano la berlina Leon “Leon” ma presentano un fascio di luce più corposo e luminoso. Nel complesso la Alhambra non passa inosservata. Lunga 4.854mm, larga 1.904mm e con un passo di 2.919mm non è certo “tascabile”. La sua missione è il viaggio dentro o fuori città.

La versione in prova monta il 2.0 TDI euro 6 da 184CV abbinato al cambio automatico a 6 rapporti. Questa configurazione è davvero ottima. L’auto ha il giusto spunto e l’accellerazione è buona vista la mole (0-100Km/h in 9.4 secondi) con una velocità massima di 214Km/h. Peccato per la rumorosità a bassi giri che però non disturba la quiete dell’abitacolo ben insonorizzato.

All’interno è evidente la qualità dei materiali e degli assemblaggi. Le plastiche della plancia sono morbide e trasuda cura anche dai pannelli delle portiere. Il sistema di infotainment è decisamente valido ed intuitivo. Dotato di un utile sensore di prossimità consente di non distogliere lo sguardo dalla guida poiché trasmette tutte le informazioni anche allo schermo a colori presente al centro del tachimetro. E’ possibile connettere il telefono via bluetooth, Aux, usb ed è anche presente un lettore per le schede di memoria Sd. Insomma per un viaggio comodo ed all’insegna della musica c’è davvero tutto considerando anche la buona qualità del sistema audio.

La telecamera di retromarcia unita ai sensori presenti su tutto il perimetro dell’auto sono di grande aiuto nelle manovre annullando i punti ciechi. L’Alhambra può essere, inoltre, dotata di un sistema di ausilio alla sosta potendo “posteggiare da sola” (basta inserire la marcia richiesta). 

Vale la pena acquistare l’Adaptive Chassis Control che, riducendo il sottosterzo, aiuta a mantenere un’ottima guidabilità anche sui tratti più tortuosi. Con un semplice tasto si può optare per la rigidità desiderata per le sospensioni.

Il climatizzatore non è un semplice bizona bensì trizona. Anche i passeggeri della seconda fila possono scegliere la loro temperatura tramite le manopole site immediatamente davanti ai loro piedi. 

Siccome non volevamo farci mancare nulla il modello in prova ha anche il tetto panoramico. Se volevate una cabrio ma avete messo su famiglia Seat propone una piacevole sorpresa. Il tetto è apribile fino all’altezza dei sedili posteriori facendovi vivere una vera esperienza a cielo aperto. 

La capacità di carico è assolutamente da record. In configurazione 5 posti parliamo di ben 955 litri. Se si viaggia in 7 si può ancora contare su 300 litri di spazio!. La modularità dei sedili è straordinaria e davvero intuitiva; abbattendo tutti i sedili tranne i due anteriori si avranno a disposizione ben 2.430 litri.

Se si hanno dei bambini la Alhambra vi aiuta con un optional speciale. Basta premere un tasto per avere nei due sedili posteriori una seduta rialzata che, tramite gli speciali poggiatesta previsti dal kit, trasformano i sedili della Seat in seggiolini per i bambini.

Il listino della Seat Alhambra parte da 34.500 euro, nel caso della versione Advance testata da 36.500. Per avere l’auto accessoriata esattamente come la abbiamo provata noi il conto sale, tra motorizzazione ed accessoristica, oltre i 49.000 euro.

Personalmente la consiglio a quanti, per motivi di lavoro o familiari, si trovano a percorrere molti chilometri al mese troverete in lei una validissima alleata. Il prezzo non è contenuto ma vale la pena sostenere una simile spesa nella certezza di poter trovare in lei un’auto che “macina chilometri” senza sforzo alcuno.

PROVA SU STRADA Alfa Romeo Mito Super 1.4 Multiair Turbo 140CV TCT

Cambia senza stravolgimenti la piccola di casa Alfa Romeo. Nuova Mito ha molto in comune con la precedente generazione ma presenta maggiore sportività.

Le linee della carrozzeria restano morbide e rotondeggianti, i principali aggiornamenti estetici riguardano i paraurti, le motorizzazioni e le possibilità di personalizzazione.

Nell’anteriore spicca il nuovo logo Alfa incastonato in una calandra più ampia che ricorda la “sorella maggiore” Giulia. Le cornici dei fari anteriori e posteriori, nonché gli specchietti esterni, sono opachi evocando la natura più “dark” di questa nuova generazione. Belli i cerchi in lega da 18″ che, con la finitura nera tra i raggi, per 450 euro fanno una gran figura. Nel retrotreno si mette in mostra l’estrattore posteriore ed il terminale di scarico cromato. Restano esteticamente valide le luci posteri a led con al centro le luci di svolta.

Abbiamo provato la Mito Super motorizzata col 1.400 cc MultiAir Turbo da 140 CV. Il messaggio che arriva dal motore è chiaro; potenza subito e massima reattività. A semaforo verde scatta sicura grazie al motore benzina che garantisce una progressione degna di nota. Certo i cavalli non sono tantissimi ma si danno un gran da fare sia nel circuito urbano che su quello extraurbano. Le sospensioni smorzano bene le asperità ma i cerchi da 18″ conferiscono maggiore rigidità alla vettura. In generale ottima l’insonorizzazione peccato però per la scarsa visibilità posteriore. Le manovre in retromarcia sono infatti complicate dalle dimensioni del lunotto ma si può fare affidamento sui sensori di parcheggio. Questi ultimi sono un accessorio che vale la pena prendere in considerazione al momento dell’acquisto poiché, oltre a non aggravare troppo la spesa, sono molto utili date le forme “sinuose” della Mito.

Rispetto ai consumi il 1.4 benzina di Alfa Romeo registra sul circuito misto un dignitoso 5,6 l/100km mentre sull’urbano è difficile far meglio di 7l/100km. Numeri non irragionevoli cui va aggiunta una riflessione sull’utile apporto che è offerto, in accellerazione o nei tratti in salita, dal turbo. Il 1.4 Multiair turbo benzina da 140 CV abbinato al cambio automatico TCT significa molto anche in termini di prestazioni. Lo 0-100km/h in 8,1 secondi è considerevole e può togliere qualche soddisfazione al volante.

All’interno lo spazio non manca. I sedili davanti sono avvolgenti e ben fatti presentando una grande adattabilità alle corporature più disparate. Problemi , invece, per chi siede dietro. Nonostante il terzo posto sul divanetto posteriore sia a pagamento (350 euro) l’abitabilità non è al top perché si tocca facilmente il tetto dell’auto con la testa. Questo non deve sorprendere se si considera il design da coupé che conferisce carattere ed originalità all’auto.

Ben rifinito il volante multifunzionale in pelle peccato, invece, per la rigidità di alcune plastiche del cruscotto. Di serie sulla Super il sistema Uconnect con schermo da 5″. Esso porta in dote, oltre alla navigazione firmata TomTom, una piena interconnessione con il proprio smartphone anche grazie ai comandi vocali. Inoltre si può far affidamento sulla consueta triade (usb, Aux, bluetooth).

Il bagagliaio ha una capienza di 270 litri, non troppi, ma in linea con le rivali del segmento di appartenenza. Se si viaggia in due è possibile abbattere i sedili posteriori ottenendo una capienza complessiva di 950 litri. Peccato per la soglia di accesso alta (84 cm) che complica l’ingresso per i carichi più pesanti.

Il listino parte della Mito Super parte da 17.500 euro però per il 1.4 Turbo con cambio automatico si parte da 22.000 euro. Con tutti gli accessori presenti sulla vettura in prova è facile capire come si superino agilmente i 23.000 euro. Va detto che la lista delle dotazioni di serie per la Mito Veloce è particolarmente ricca includendo tra l’altro; fendinebbia, sistema di sbrinamento degli specchietti esterni, sensore di monitoraggio della pressione pneumatici, cruise control e start&stop.

In conclusione la Mito è un’Alfa al 100% che strizza l’occhio ai più giovani e si adatta ad un utilizzo precipuamente urbano pur non disdegnando percorsi più lunghi. Ideale per un neopatentato, nella versione da 0.9 TwinAir da 105CV, offre tutto quello che serve per muovere i primi passi su strada con il piglio giusto.

PROVA Porsche 911 Carrera 4S cabrio 420CV: volare su strada

L’addio di Porsche ai motori aspirati ha gettato nel panico anche i più accaniti sostenitori del brand teutonico. Si diceva che la 911 non sarebbe stata più la stessa e che era necessario accaparrarsi i precedenti esemplari ancora in commercio. Grave errore di valutazione!.

La 911 torna a stupire con il nuovo modello ed è più Porsche che mai. Nel frontale spicca il nuovo paraurti con l’integrazione delle luci di posizione e delle frecce nella stessa lampada led. La fiancata è quella di sempre con le linee che negli anni hanno costruito il mito 911. Sicuramente ben riusciti gli interventi eseguiti sul retrotreno. I nuovi gruppi ottici e la nuova griglia del radiatore conferiscono ancor più carattere alla vettura. I quattro terminali di scarico, e le generose prese d’aria in corrispondenza delle ruote posteriori, aiutano a capire la portata del propulsore che sospinge questa Porsche.

Il motore è un corposo benzina 2.981 cm³ da 420CV (309KW) capace di uno scatto 0-100km/h in 4,4 secondi. La versione in prova monta, inoltre, il prezioso (e non solo per il prezzo!) cambio automatico PDK a 7 rapporti che blocca lo 0-100 a 4,0 secondi in modalità sport plus. Divertimento assicurato dunque. La coppia di 500Nm consente un brillate 80-120km/h in soli 2,5 secondi e sembra davvero di spiccare il volo. Attenzione a non farsi prendere la mano però!.

Sul fronte dei consumi la casa dichiara, nel ciclo combinato, un interessante 8l/100km. Alla prova dei fatti tali rilevazioni non si sono dimostrate molto lontane dal vero. Guidando senza esagerare con il gas si raggiungono gli 8,7l/100km. Non male considerando anche siamo di poco sotto le due tonnellate di peso.

Il modello in prova è inoltre dotato della trazione integrale. Non si tratta certo di una configurazione inusuale per una Porsche. Si deve ricordare che già nel 1984 la Porsche 953 coinvolta nella leggendaria Parigi-Dakar aveva quattro ruote motrici. Avere a disposizione quattro ruote motrici offre maggiore controllo in curva e permette di gestire meglio l’elevata coppia garantendo sempre un’aderenza ottimale su tutte le superfici. Insomma gli appassionati della 911 potrebbero preferire la trazione posteriore ma alla prova dei fatti la trazione integrale si rivela equilibrata e mai eccessivamente invasiva rispetto al piacere di guida. A corredo della configurazione 4S Porsche offre una esclusiva fascia led a congiunzione dei due proiettori posteriori. Si tratta di una soluzione estetica che valorizza il design ed è in comune con la nuova 911 Targa.

La nuova 911 non è solo muscoli ma anche tecnologia. I fari anteriori full led (PDLS) sono un accessorio assolutamente necessario. La regolazione automatica del fascio luminoso in base alla velocità e all’angolo di sterzata della vettura permette di avere una visuale perfetta della strada in qualsiasi condizione climatica. Esteticamente bello ma anche funzionale alla sicurezza il nuovo design degli stop posteriori con luce led a quattro punti.

All’interno la plancia è stata rivista senza stravolgimenti. Il nuovo volante sportivo può essere equipaggiato con i comandi per gestire il sistema di infotainment senza distogliere lo sguardo dalla guida. Il sistema di navigazione è stato completamente rinnovato e presenta una inedita (ed utile) integrazione con GMaps. La navigazione online consente di avere a portata di mano itinerari sempre aggiornati e informazioni in tempo reale sulle condizioni del traffico.

Il nuovo Porsche Communication Management (PCM) ha schermo touch luminoso e veloce che presenta anche l’interfaccia Apple car play. Quest’ultima permette ai possessori di telefoni Apple di visualizzare la medesima interfaccia grafica del proprio smartphone all’interno della plancia della propria Porsche.

E’ possibile collegare alla vettura device via usb, aux, bluetooth e vi è, inoltre, un utile scomparto all’interno del bracciolo centrale ove può essere riposto per la ricarica il proprio telefono cellulare (anche se è di dimensioni generose). Per conferire ulteriore esclusività alla propria 911 si può optare per il sistema audio Bose. Specificamente sviluppato per Porsche presenta 12 canali di amplificazione e 12 altoparlanti incluso il subwoofer. Il suono è davvero ottimale e vale la pena spendere i 1.451 euro previsti dal listino. 

Arriviamo al capitolo prezzi. Per la nuova 911 Carrera 4S Cabrio servono 135.864 euro. La versione in prova ha però un listino che parte da 139.463 euro essendo dotata del cambio doppia frizione PDK. Considerando la copiosa lista di accessori installati a bordo il prezzo finale raggiunge i 164.765 euro.

In conclusione in Porsche sono riusciti nel miracolo di creare una vettura che, oltre a  rimanere fedele allo stile 911, ne mantiene inalterato il fascino nel maggiore rispetto dell’ambiente. 

Se questa prova non vi ha fatto appassionare all’idea di una Porsche biturbo potete sempre leggere il nostro test drive esclusivo dell’ultimo mostro aspirato di casa Porsche a questo link.