Motori Capitale 2024: all’auto storica diamo più valore non solo prezzi

Se questo fosse un articolo solo per romani, sarebbe scritto in un fraseggio dialettale dove risalterebbe da subito il sentimento del suo autore. 

Ma Autoprove è per suo merito una piattaforma seguita da un pubblico più vasto, e dunque sarò portato a rendere ben più articolata ed algida la mia panoramica sull’evento “Motori Capitale” svolto alla Nuova (ci tengo sempre a precisare l’aggettivo per onorare il ricordo della vecchia e gloriosa struttura un tempo operativa tra il quartiere Tre Fontane, la Colombo e Garbatella dalla parte opposta) Fiera di Roma sulla Portuense il 21 e 22 Settembre scorsi. 

Un Weekend discriminante per determinare, in fine dei conti, un positivo riscontro di pubblico e dunque la vittoria della “scommessa” professionale degli organizzatori (tra i quali Eugenio Bernardi, che ci ha cortesemente rilasciato una intervista che presenteremo nel contributo video nei prossimi giorni): in effetti la presenza dello Staff di “Autoprove” nella sola giornata di Sabato ha restituito l’immagine di partecipazione massiccia di visitatori in un giorno parzialmente lavorativo ma, soprattutto, ancora vacanziero o profumato di mare e di scampagnata per chi aveva a disposizione l’ultimo Weekend “ufficiale” di fine vacanze prima dell’inevitabile “breakdown” del calendario lavorativo.

Dunque l’interesse e la disponibilità dei Romani a visitare gli Stand della Fiera in questo contesto è il segnale che di motori e di belle auto si è disposti ancora a parlare e sentire parlare.

Le diatribe ecologiste, il fronte di guerra “elettrofili/endotermici” e soprattutto i venti di crisi che soffiano in lontananza sono stati esorcizzati per questa volta da un evento che ha offerto a tutti la bellezza di decine di auto classiche, antiche, “Youngtimer” ed “Instant Classic” tra le quali, ancora una volta, da romano in un evento capitolino “vintage” segnalo l’assenza sempre più pesante della Giannini e delle sue realizzazioni d’epoca; a parte questo si sono visti modelli davvero “cult” ed in molti casi sconosciuti al grande pubblico. 

Motori Capitale, Atto Primo: la scommessa “affluenza” è stata vinta

Le realizzazioni speciali di Zagato, Vignale, Pininfarina e delle altre firme di stile; le bellissime di ogni tempo, ed ovviamente nel contesto le nostre Fiat, Autobianchi, Lancia, Alfa Romeo, Ferrari, Cisitalia, Lamborghini, Maserati oltre ad alcune sportive artigianali di derivazione sportiva e Mille Miglia; senza dimenticare le due ruote di Ducati, Laverda, Vespa, Aermacchi, Benelli, Moto Morini. Ed una ricca presenza di belle realizzazioni dall’estero.

 

C’era la storia del miglior mondo motoristico tricolore che faceva gli onori di casa – in particolare -incorniciando uno dei protagonisti di eccellenza della storia nobile e leggendaria del motorsport : il “Bisiluro” Tarf motorizzato Gilera 350 del mitico Piero Taruffi, nella prima versione (a sua volta destinato ad ospitare diverse motorizzazioni motociclistiche di evoluzione e collaudo) che fu seguita dalla seconda con il motore Maserati a Compressore Volumetrico; un concetto ed una architettura tecnica, quello del “Bisiluro” che ha visto nel tempo e nel resto d’Europa diversi tentativi di altri Costruttori di realizzare modelli da record di velocità, ma che fa del “Tarf” l’unico in questa tipologia ad aver conseguito record ufficiali. Ed è stato un gesto azzeccatissimo fare del “Tarf” un poco la mascotte dell’evento romano: perché romano è il progetto di origine e persino le lavorazioni del prototipo svolte dal geniale Piero nel Garage dell’abitazione di Via Crescenzio; romano è il sottofondo di quella straordinaria Gilera “Rondine” e vicino a Roma c’è quella emblematica “Fettuccia di Terracina” scelta da Taruffi per alcuni tentativi di Record riusciti alla perfezione.

Il “Bisiluro” Tarf: la magia di Piero Taruffi, il racconto straordinario di Prisca

Un vanto in più per il nostro Pilota, Ingegnere, Sportivo ed imprenditore Piero Taruffi capace – con le sue conoscenze aerodinamiche, meccaniche e strutturali uniche al mondo – di concepire un mezzo vincente ed efficace.

Il “Tarf” presentato da Prisca, la figlia di Piero Taruffi che ha partecipato ad uno dei diversi “Talk” dello spazio conferenze in Fiera, ci ha davvero colpito per la perfetta semplicità ed essenzialità disegnata secondo forme aerodinamiche e proporzioni indovinate; con un peso di circa 350 Kg mostra in ogni caso una solidità strutturale merito anche dei due elementi trasversali aerodinamici di collegamento conformati ad ala rovesciata per fornire aderenza e direzionalità oltre a razionalizzare i flussi d’aria che attraversano al centro il “Bisiluro”.

Non è stato però solo il “Tarf” l’unico momento di emozione e di stupore della nostra visita. 

Siamo stati colpiti da altre “chicche” che hanno emozionato noi ed il resto del pubblico: la “Ferrari 308 GT4” di Marcello Gandini ottiene finalmente, mezzo secolo dopo, quella giustizia del tempo galantuomo che all’epoca della crisi energetica, dei falsi pudori e delle sacre ottusità congenite del “Drake” (perennemente scettico sul legame tra Marchio del Cavallino e sportive sotto una certa soglia di cubatura e cavalleria salvo dotare la GT4 in corso di vita del più piccolo V8 al mondo sotto i due litri); e soprattutto della critica banale dei Clienti più tradizionali del Cavallino; tutto questocolpì negli anni Settanta – immeritatamente – un modello rivoluzionario ed intelligentissimo che alla distanza ritengo abbia vinto la sua simbolica battaglia con Pininfarina – a mio personale avviso – costituendo a confronto della “Mondial” di poco successiva alla “GT4” un benchmark didascalico del concetto “2+2” di Maranello: la “Mondial” è e rimane infatti un ottimo prodotto ma tipicamente anni ’80. La “GT4” potrebbe essere rimessa in produzione in qualunque tempo, per la sua linea ed il suo canone al di là del tempo e delle mode. 

Ma come per tutte le opere del Maestro Gandini, il futuro che lui anticipava di decenni è stato compreso dalle persone comuni quando tempo dopo è diventato attualità corrente.

Ferrari “308 GT4” ed Alfa Romeo “RZ” : quando il tempo è galantuomo

Ci ha colpito anche la presenza di un’altra beniamina di “Autoprove”, cioè l’Alfa Romeo “RZ” del 1993, nel suo canonico rosso vivo; la versione Cabrio, dunque, della celebre ed ineguagliata “SZ”. Una prova di orgoglio e di appartenenza offerta da un manipolo di avventurosi ed appassionati Manager e Responsabili tecnici del Biscione che alla fine degli anni ’80 ha voluto lasciare alla storia uno degli ultimi “emblemi” del DNA vero di Arese, quasi un monito alla nuova proprietà: una sfida tra galantuomini e fuoriclasse dal sapore romantico, dove la “SZ” deriva dal confronto di idee e concetti a partire dal progetto “ES30” e dallo chassis derivato dalla “75” per il quale – poco prima di lasciare Corso Marconi – il vulcanico Vittorio Ghidella diede vita ad una “singolar tenzone” di sapore cavalleresco tra due Staff contrapposti tutti interni ad Alfa Romeo e Gruppo Fiat. Da un lato il Team di Arese guidato da Walter Da Silva, dall’altro il Centro Stile Fiat guidato all’epoca da Mario Maioli che come supervisore esterno chiamò addirittura l’erede naturale di Flaminio Bertoni: Robert Opron, che dopo il boom in Citroen ed il passaggio alla Renault aveva avviato un suo ruolo di Consulente libero professionista. “RZ” è appunto l’evoluzione Cabriolet della “SZ”, con cui condivide il fascino inimitabile.

Ci hanno colpito anche le davvero tante e scenografiche americane: Buick, Corvette, FordPackard monumentali e cromate.

Notevole la presenza di alcuni Gruppi di appassionati e di proprietari grazie ai quali si è potuta vedere una serie e non un modello solo di “Lancia Montecarlo”, di “A.R. Giulia (e Vi confesso l’emozione di averne rivista una che diversi anni fa appartenne alla mia famiglia….); ma anche di Porsche, di Mazda ed altre protagoniste del mondo del Collezionismo.

Motori Capitale: ottima iniziativa, ma noi giudichiamo da appassionati

Un primo ed affettuoso appunto. 

Ma non all’Organizzazione quanto ai proprietari ed intermediari delle auto in expo: trasmettiamo ai visitatori – per favore – non solo prezzi (tra l’altro in crescita esponenziale, e non è detto sia un bene da tutti i punti di vista) ma anche “Valori”: a farlo, caso raro nella Kermesse capitolina, uno stand che abbiamo visitato e che merita il pieno affetto e riconoscimento emotivo ma anche “culturale” di Autoprove e di tutti gli appassionati.

Abbiamo piacevolmente visitato lo Stand della Associazione “A.ST.OR.” guidata da Christian Apreda: da loro è arrivata una lezione “alternativa” di una visione possibile in cui ecologia e motorismo d’epoca (dai più ritenuto il male dell’ambiente) possono trovare un punto di incontro allo stesso tempo concreto ed encomibiabile attraverso azioni semplici: come quella del 27 Settembre, nella “Notte dei Ricercatori”, di piantare alberi nell’area di Montelibretti insieme ad altre Associazioni. 

Un modo per ricordare che l’inquinamento si combatte più popolando l’ambiente naturale che non tagliando le auto, e per riconciliare un mondo che l’esaltazione dei “Testimoni di GEOWatt” ha messo troppo violentemente dietro la sbarra degli imputati, ed un motivo in più per ripensare il rapporto tra automobilisti ed auto endotermiche, anziché prevedere funerali mai ancora avvenuti nella realtà.

Astor, l’ecologia sposa il Vintage; e che bello parlare con i giovani appassionati

Un fatto significativo per noi è stato dare decine di informazioni a ragazzi disinformati ma curiosi che ci incontravano nel fare il corredo immagini alle auto esposte, il segno promettente e consolatorio di una passione giovanile che chimere social ed eccesso tecnologico non hanno spazzato via: molti giovani stentavano a credere che auto di oltre mezzo secolo potessero essere tanto belle, tecnologiche ma “accoglienti” più di quanto lo siano i modelli attuali. 

Così come, senza alcuna gelosia professionale, siamo stati contenti e disponibili anche con tanti giovani “Blogger” che con Smartphone e microfono hanno svolto le loro recensioni dando libero sfogo anche alla passione che li animava.

 

E se da una parte ci ha colpito la voglia di maggior informazione storica e dettagliata dei visitatori dall’altro lato la configurazione, la spaziatura e l’allestimento dei diversi quadranti di allocazione di auto e moto ha trascurato totalmente un criterio espositivo strutturato secondo un elemento discriminante (epoche, stili, target commerciali, tipologia modelli, o ogni qualunque altra caratteristica parametrica in grado di organizzare la percezione del visitatore secondo classi qualitative specifiche). 

Allo stesso modo ci ha colpito una “disattenzione” didattica che si incontra in ogni Mostra o Fiera alla quale abbiamo finora assistito e la cui messa in opera costerebbe davvero poco: un ambiente ristretto ma accessibile dove con pannelli o supporti multimediali fosse estrinsecata e rappresentata in sintesi la storia industriale automotive del Paese, in un momento in cui l’Italia rischia davvero la desertificazione.

Fiere “Vintage”: non solo auto, diamo più spazio al mondo dei servizi

Altro piccolo aspetto da non sottovalutare: come mai Fiere del genere sono accompagnate esclusivamente, oltre le auto e le moto ed i settori più rappresentativi, da Stand di orologi, di accessori di fashion o moda? Una attitudine costante che ci permettiamo per la prima volta di stigmatizzare: è davvero così oneroso od inutile per Rettificatori e Rigeneratori, Componentisti, Fornitori di attrezzature speciali; ma anche per Scuole ed Enti che impartiscono Corsi professionali per operatori e tecnici, partecipare ad una Fiera di questa portata? Vero è che “Autoprove.it” era presente Sabato e non Domenica, tuttavia non ci è parso che l’indomani si sarebbero appalesati tutti i ruoli e le figure professionali, e le arti, che ci sembrerebbe inevitabile ed opportuno vedere in uno spazio espositivo di auto d’epoca.

E qui segnaliamo anche quanto la nostra eccellenza in termini di Restauri, Rigenerazione Ricambi, Perizie e Consulenze, attività di ricerca e ricostruzione documentale/tecnica/giuridica, meriterebbe persino il riportare in auge quelli che sparsi sul territorio sono ancora oggi esperti di questo o quel modello e Marchio, raggruppando tutto questo prezioso ecosistema in una sorta di “Albo di Qualificazione e Certificazione” (un poco come avviene in Edilizia con le “SOA”) in modo da non esporre l’appassionato neofita o poco attento al rischio di affidamento lavorazioni ed incarichi a profili professionali non proprio idonei. Insomma, a quando un “Annuario Vintage” garantito dalle massime autorità nazionali in tema di Auto d’Epoca? E ci perdoni l’Organizzazione dell’evento, ma il “Talk” Tavola Rotonda del Sabato (Carta dei Principi) non è totalmente esplicativo rispetto al nostro richiamo. 

Ed infine arriviamo alle note davvero “dolenti”: “Piatto ricco, mi ci ficco” ovvero: Signori, la mia auto “es un aseniocircular”!!!

“Puerto Escondido”, 1992, Gabriele Salvatores: uno scombinato ed impacciato Diego Abatantuono cerca di corrompere la polizia locale del Paese sperduto in cui si trova proponendogli il suo Rolex “assegno circolare” come voce di scambio per evitare grane giudiziarie… Da allora, ogni volta che il nascente fronte degli “Audisti”, “Mercedisti”, “Vaggari“ e “Bavaresi” contrapponeva sempre più spesso all’interlocutore le virtù taumaturgiche delle loro auto in fase di permuta e di valore usato, il buon Diego mi tornava in mente. 

 

Peccato che quello fosse un film mentre l’idiozia endemica di chi raccontava il suo onorevole pezzo di ferro su ruote come nemmeno un Van Gogh o un vaso cerimoniale minoico era tremendamente reale. Nessuna auto “corrente” e di produzione di serie è a lungo un “Assegno circolare”. Allo stesso modo un’auto storica non è la pietra filosofale che si vuole raccontare.

Di fronte a questo ho poco gradito le parole di entusiasmo quasi evangelico di uno Speaker della Fiera che Sabato, nel preannunciare il calendario dell’indomani, gongolava nel declinare le magnifiche e progressive sorti del mercato auto “storiche” ed il trend delle quotazioni medie. 

Allo stesso modo non so se la Domenica 22 Settembre sarebbero stati in programma, ma avrei voluto assistere a “Talk” con gli uomini di Eurotax per capire come nascono le quotazioni, un “Vademecum” per l’acquisto in sicurezza, un check informativo su trattamenti fiscali e soprattutto uno specchietto informativo sui temi più di attualità logistica: se alimento un motore d’epoca con “E85”? Con GPL o Metano? E se la converto full electric con i Kit? E gli “e-fuel”? 

Perché no, un “Valore Futuro Garantito” per Finanziamenti auto “vintage”??

La danza dei milioni: si chiama così un film bellissimo degli anni ’40 e che spero Vi capiterà di vedere. Ma che “lavoro”sceglierebbe oggi Gustavo Wiesinger (il protagonista del film) se fosse nato ai giorni e si fosse dovuto, come nel film, inventare un mestiere? Io ne sono certo, avrebbe lanciato una linea di finanziamenti per auto storiche; ma non di quelli “canonici”. No, il suo piano finanziario avrebbe avuto certamente la “Maxi rata”. 

O meglio, traduciamo tutto in dati pratici e reali: perché un settore finanziario Automotive in fase di “ristrutturazione” (dopo aver rischiato perlomeno in due occasioni, tra il 2005 ed il 2018, il default pieno) per la riduzione del volume di credito sospeso ed erogato, per la crescita dei contratti Noleggio e Flotte e per la contemporanea risalita temporanea del valore medio del comparto usato che dà il suo aiuto ai bilanci di Dealer e Servizi Postvendita dei Costruttori.

Eppure di strumenti finanziati dedicati e proposti al Cliente potenziale se ne dovrebbero poter trovare, se le previsioni commerciali sono fondate ed hanno un senso: perché non è disponibile ordinariamente, per una storica certificata di 40.000,00 Euro (ipotesi) un supporto finanziario che ne permetta l’acquisto da un qualunque privato con un anticipo “umano” (10.000,00 Euro, ad esempio) e con un piano rateale di neppure 200,00 Euro mensili per ritrovare un Valore residuo che, alla luce delle proiezioni commerciali odierne, possa essere facilmente gestito dal prezzo di rivendita potenziale a tre anni? Non dimentichiamo che una “storica” diventerebbe per un proprietario un secondo o terzo mezzo e dunque un ausilio finanziario e commerciale allo stesso tempo sarebbe una mano santa. E non parliamo dei sogni legislativi nel cassetto, come agevolazioni fiscali e strumenti giuridici ad Hoc per la multiproprietà di auto storiche, oppure i Gruppi di Acquisto, oppure gli strumenti di investimento “linkati” ai trends di valore delle auto storiche (anche se il programma Dibattiti aveva uno spazio dedicato al tema dell’investimento su auto storiche).

Tutto quel che per ora sembra seppellire ogni questione “accessoria” sembra proprio essere il miraggio dell’esplosione delle valutazioni. Speriamo che non finisca tutto in una bolla.

Ecco perché il nostro giudizio alla fine di “Motori Capitale” è : Bene, un segno di stima e di supporto da noi di Autoproveper cameratismo e passione. 

Ma un bell’auspicio e in contemporanea un impegno: sappiamo che si può e si deve arrivare ad un “Layout” di Fiera il prossimo anno ancora migliore. 

Lo chiede il Giubileo Capitale, lo chiede il centenario del primo Gran Premio di Roma nel 2025; lo chiede soprattutto il pubblico più autentico ed appassionato di motori, quello che preferibilmente legge anche la nostra piattaforma. 

 

E che aspetta un rilancio vero e strutturale del mondo che amiamo, non solo di leggere quotazioni e “borsini”. 

Alla fine, sono proprio quelli che – sostituendosi interamente al simbolo dell’Auto come valore e piacere – hanno distrutto in dieci anni un intero comparto industriale auto che dal Dopoguerra aveva superato benissimo perlomeno altre due crisi pesantissime (l’austerità energetica e petrolifera e le contestazioni sociali ed operaie) fino ai giorni nostri. 

Riccardo Bellumori

RELATED ARTICLES

LEGGI ANCHE