Sorpresa: prima e dopo la Crisi le auto costano sempre lo stesso

“…Ehhhh Fabbbbrì?????”…“Dimmi, Giò!!!…”

Il convenzionale codice di comunicazione amichevole e consueta tra il distinto anziano avventore e il simpatico e sempre professionale giovane colonna del Bar più iconico di Via Oderisi da Gubbio a Roma in quella occasione fu inaugurato da una esclamazione non ripetibile del buon Giorgio, romano DOC

Lui che davvero ne aveva viste di tutti i colori era assorto sulle pagine di un quotidiano quando fu preda di un vero sbotto di furiosa sorpresa: “Ma dico io, hanno rovinato tutto!!! ‘Sti barattoli che gireno pe’ strada……Trentamila Euro!!! !Ma se seguitamo così…….” 

Ed era così bello sentir parlare con il “romanesco” perfetto tipico di chi è nato nel perimetro più vicino a Trastevere, che non potevamo spoetizzarlo con l’italiano didattico.

Fabrizio si era avvicinato, per cogliere i presupposti a lui sconosciuti di quella esclamazione, incrociandosi con un altro avventore che nell’uscire dal Bar aveva rinforzato la suggestiva reazione di Giorgio: “Eh, st’auto elettrica, compratevela….E’tutta ‘na truffa !!!” 

Il nostro buon uomo, quest’ultimo, era solito dipingere un po’ tutti i fenomeni sociali con la sua forte capacità analitica ed intellettiva, e dunque anche sul tema dell’auto elettrica si era espresso in questo modo solenne benchè nella vita lui fosse un rinomato esperto di Astronomia ed iperspazio. Ma, si sa, le auto in fondo le hanno portate gli alieni da un mondo lontano.

Ma cosa aveva sollevato lo sdegno del buon Giorgio? Era un articolo di un quotidiano finanziario di inizio Gennaio che raccontava i trends del mercato auto italiano nell’anno appena concluso. 

E la notizia che il prezzo medio di contratto per le auto nuove si era portato alla soglia monstre dei 30.000,00 Euro lo aveva scandalizzato togliendogli persino la voglia di leggere tutto l’articolo. Ripostocon finta calma il quotidiano perfettamente piegato e formato (Giorgio odiava il disordine, in ogni cosa)il nostro anziano ed elegante amico aveva cominciato a borbottare tra se: “Sto mondo auto è morto. Tutti a comprasse ‘e Mercedesse”……

Fabrizio, incuriosito dalla tematica e sempre attento a capirne di più, aveva davanti a sé una famosa giornalista che il ragazzo non osò disturbare poiché impegnata – come usualmente – in importanti telefonate professionali. Tuttavia da qualche tempo aveva preso a frequentare quel Bar un tipo strano, dimesso e dall’età incerta.  

Costui stazionava beato e nullafacente nel Bar quasi ogni giorno, e conoscendone Fabrizio una millantata dimestichezza con il mondo auto, il giovane pose il quesito allo strano personaggio, corrompendolo con un caffè magistrale ed un dolcetto offerti ovviamente dalla Casa. Vi trasferiamo le spiegazioni approssimative e il tono del davvero strano cliente

Il mercato auto spiegato da un complottista

1.558.704 Immatricolazioni nel 2024: il mondo delle stats ufficiali ed istituzionali ha sentenziato così l’anno trascorso del mercato auto italiano. 

Ah beh, ah si, quando si vendettero duemilioniemmmmmezzzo dico duemilioniemmmmmezzzo di pezzi…… Era il 2007, e per i successivi dieci abbiamo letto le lamentele degli operatori: Dio mio, domani la Concessionaria chiude, i venditori che faranno? E tutti i Dealer, anche quelli con un solo Punto vendita esteso come uno sgabuzzino lanciarono il loro grido di allarme per dover lasciare senza pane almeno duecento famiglie di impiegati. Non c’era un Dealer, all’epoca, che non desse da mangiare a 200 famiglie di impiegati: sebbene gli impiegati fossero decisamente anonimi, visto il trend da oltre un quarto di secolo in cui gli Showrooms sono stati monopolio di agenti di commercio a Partita Iva che perennemente seduti su turni preimpostati dentro il Salone svolgevano regolarmente il servizio anche di custodia e portineria ambienti, vettori postali e pulizie dei bagni.

I Concessionari italiani in dieci anni da prima a dopo il Crack Lehman sono serenamente dimezzati. Per fortuna, penso io. 

Senza dubbio, a conti fatti, non sono mai stati e continuano a non essere l’ago della bilancia del successo o dell’insuccesso del mercato. 

Diverso tempo fa erano un poco il dopolavoro della malversazione e delle pratiche scorrette, a quanto si dice le abitudini dovrebbero essere un poco cambiate; e ad oggi anche i dati di vendita non sono più dominio del Trust delle Concessionarie Ufficiali; il contributo quanto a numeri di mezzi acquistati per l’indirizzamenti al servizio della ritrovata e generosa P.A. o del mercato Flotte vede i Noleggiatori ormai come antagonisti seri della Rete dei Dealer tradizionali, e persino la famosa ed onorata Consip – la commissionaria statale per gli acquisti della P.A. – produce numeri di convenzioni e di acquisti in campo Auto che nel momento dei bassi volumi di vendita sul mercato sono percentualmente rilevanti.

Ora, un mediocre venditorello di Salone come me che ha conosciuto il mercato auto – ritengo – peggiore, perché è stato quello avvelenato dagli incentivi statali sulle rottamazioni, dai Valori Futuri Garantiti, dal “Vuole un’auto? Se ne compri la metà!” e fregnacce simili delle quali chiedo umilmente scusa per averle a mia volta propagandate al pubblico, cosa può pensare quando vede statistiche che gli sembrano incomprensibili? Mi spiego: se Vi presentassero la mitica Venere Nera, Naomi, dicendovi che la sua misura è “170”, in quanto derivante dalla somma delle circonferenze topiche divise per tre più il peso forma a digiuno e l’altezza senza tacchi, cosa rispondereste?? 

Ecco, la domanda che mi pongo è: cosa significano “unmilionecinquecentocinquantottomilaclientichecompranoinmediaatrentamilaeurocadaunoefatturanoquarantasettemiliardidieuro” ????? Risposta ovvia: che una popolazione pari a mezza città di Roma circolante si è messa in fila nel 2024 davanti alla Concessionarie e ha staccato un milione e seicentomila assegni da 30.000,00 Euro. Se Trilussa fosse vivo, gli chiederei la licenza del famigerato pollo delle statistiche e persino io, stupido come sono, direi che il concetto parallelo contabilmente è quello di quasi 3.200.000 persone che acquistano un identico numero di auto da 15.000,00 Euro. 

Apperò!!! Molto molto meglio di quel 2007 avvolto dalla magia degli incentivi del Dealer sulle rottamazioni. Poi, svegliandomi, capirei che la statistica così non ha senso. Nel 2007 se non ricordo male il valore medio del venduto toccava quota 14.500,00 euro per modello venduto. 

Ma su cosa erano conteggiate questi valori, nel pieno della pioggia creditizia (oltre il 60% dei contratti di acquisto era finanziato) e degli extrasconti Loyalty e Rottamazione? Io ancora per un po’ c’ero. 

E vi assicuro che un listino “pieno” poteva essere abbattuto persino del 20% in termini di sconto, e che però il Taeg di un prestito poteva caricare su quel contratto scontato fino al 30% di costi finanziari dopo 24 o 36 mesi, ed oltre.

Dunque, siamo ad un bivio: su quale valore era calcolato quel prezzo medio di “Acquisito” e non di “offerto”? 

Ah, si badi: a sua volta il computo era decisamente artificioso in riferimento alla piattaforma contrattuale più diffusa dal livello finanziario, che sui modelli dal rango e dal target più impegnativo era pressochè monopolista: tu entravi in un Autosalone per restituire la tua “mezza auto” acquistata tre anni prima e quella fungeva da anticipo per acquistarne un’altra sempre a metà e sempre a valore di permuta predefinito due o tre anni dopo. Un po’ più complesso, vero, definire quale fosse l’impegno di spesa in quel frangente da parte dell’Automobilista? Arriviamo ad oggi, sempre nella spiegazione che il buon Fabrizio sta ascoltando al Bar di Via Oderisi dallo strano e decadente avventore pseudo esperto di auto.

Un miliardo di Ecobonus: ma in Italia non si sconta proprio nulla?

Già: il concetto di “sconto” pervade ormai i tavoli della politica. Si Ecobonizza tutto, persino la carta igienica riciclata. 

E a casa mia un miliardo di Euro concessi in Ecobonus seppure con il Click Daycorrisponderebbe sempre secondo media a quasi mille euro per ciascuno di quei gioielli venduti a medie di prezzo folli. 

Risultato??? Ognuno del 1.558.000 Paperoni in grado di spendere quelle cifre in realtà ha speso effettivamente 29.000,00. E vai, cominciamo a tagliare i listini…Sempre che – ma a me non lo ha detto nessuno – nei famosi 30.000,00 non sia già compreso il taglio da Ecobonus.

Rottamazione? Ma sei matto? Con quello che vale l’Usato????

Il buon Fabrizio, nel servizio tra un Cliente e l’altro, non distoglie l’attenzione su quel suo amico Cliente; e appena si tocca la questione permute ed usato, il giovane di servizio nel Bar ha una stizza di rabbia: innamorato della Opel Agila, che non era riuscito a reperire al prezzo desiderato, aveva dovuto ripiegare su una bella e davvero ben tenuta Ford Fiesta 1.4 TDCI di quasi 19 anni

Acquistata con un amico davvero esperto di auto, l’aveva pagata probabilmente il 20% di quello che una pari condizioni sarebbe costata solo poco prima del Lockdown e/o un anno dopo. 

Venti anni fa la parola “rottamazione” detta da un venditore auto ad un cliente avrebbe generato fenomeni di autoerotismo; dieci anni fa sarebbe stata accolta con un certo favore, ma non entusiastico, ma oggi provocherebbe gesti di ira da parte del Cliente. 

Oggi persino una Fiat Palio del 2005 vale oltre un millino, mentre solo cinque anni fa ti avrebbero pagato per portarla via. 

Bene, quanti Clienti si sono presentati da un Concessionario con una permuta a fronte dell’acquisto di un nuovo? Beh, questa domanda la pongo agli espertoni delle “Stats”: mi dicano loro come mai tra i 2.885.000 passaggi di proprietà circa il 60% corrisponde a minivolture di operatori commerciali; al netto (vado anch’io alle statistiche ufficiali ANFIA ma del 2023, facendo finta che corrispondano a quelle del 2024) di un 13,5% di minipassaggi di rientri da NLT e Short term, oltre alle Km Zero cedute a Rivenditori indipendenti, un residuo 46% di quei 2.885.000 usati è un minipassaggio. Posso fare il tamarro e dire dunque che, a colpi d’ascia logica, almeno 1.300.000 Paperoni ha reso indietro al Concessionario un’auto in permuta e che questa è valsa una riduzione del prezzo di vendita? Si, lo voglio dire; e siccome ci stiamo esaltando nel conoscere le elucubrazioni che il Bar con il Teschio di Via Oderisi sta stimolando nel bislacco avventore a colloquio con Fabrizio, diciamo che la media di permuta, in un mercato Usato che da prima a dopo il Lockdown è cresciuto del 15%, è pari ad un valore medio di 10.000,00 Euro. E’ una cifra ad Cacchium, avrebbe detto qualcuno? No, se facciamo attenzione a quel che dice Anfia nelle sue stats 2023: le permute con più di 10 anni sono il 39% delle minivolture, ma il 34% investe modelli da quattro a sei anni. E pensate che il 22% delle minivolture sono ancora quelle da uno a quattro anni, dunque presumibilmente le aziendali con contratti a termine. Sono tanti bei soldi, non trovate?

Insomma, a casa nostra quel quasi milione e seicentomila paperoni avrebbe pagato effettivamente l’auto nuova, in media, 19.000,00 Euro grazie ad Ecobonus e permute.

Ma siamo sicuri che possiamo far sorseggiare l’ennesimo caffè all’interlocutore di Fabrizio per mandarlo via a svernare altrove? No, non direi.

Perché per scucire un nuovo biscotto alla gestione del Bar, il nostro pseudo esperto Ti lancia la bomba: Dove sono tracciati, in quei 47 miliardi di valore del fatturato auto 2024 i Noleggi, la Consip e la P.A., ed infine le autoimmatricolazioni?

Il Noleggio nel 2024 vale il 20% delle immatricolazioni. Dunque circa 315.000 di quelle superauto da 30.000,00 Euro cadauna di media non le ha comprate un Paperone ma una Società di Noleggio che poi le ha poste in locazione rateale, anche alla stessa Consip che certo non acquista ai listini Retail. E allora, come la mettiamo? Il nostro avventore, colto da eccesso glicemico dentro il Bar, comincia ad evocare scenari biblici: quel 20% di mezzi per il settore del Rent include un fetta di listini “lunari” superiori di gran lunga a quella media di 30.000,00 Euro a pezzo venduto. 

E dove le mettiamo le centinaia di migliaia di autoimmatricolazioni targate dai Dealer e rivendute a prezzi da usato? 

Ma siccome il Bar del Teschio non ha regole, anche Fabrizio si è ormai lasciato irretire dalle farneticazioni del suo amico avventore: ingolla una pizzetta, si esalta e spara:” Dai, allora la media di interesse per la Statistica la possiamo abbattere a 17.000,00 Euro per ogni auto effettivamente comprata da un privato?” Ma si, Fabrizio, abbattiamola. Tanto in Italia sono farlocche anche le cifre delle Dichiarazioni dei Redditi e le statistiche sui dati elettorali, chi vuoi che controlli la congruità delle proiezioni del mercato Auto sparate da un Bar di Via Oderisi da Gubbio a Roma? 

Ma a questo punto il decadente avventore senza età apparente, ricorda di essere stato anche lui un venditore di quando il valore medio dell’acquistato e non del venduto era pari a circa 14.000/15.000,00 Euro. Era tanti anni fa, vero, ma si vendevano circa 500.000 auto in più all’anno. E dunque, se avesse ragione il Centro Studi nel Bar di Via Oderisi? 

Il grande scandalo del milione e seicentomila auto vendute ciascuna a 30.000,00 Euro di media nasconderebbe un altro scandalo: che venti anni fa l’acquisto dell’auto pesava sui Clienti la stessa soglia di “venduto netto” post incentivi e permuta; ma che da venti anni ad oggi abbiamo perso il 50% di Dealer inutili, ma un milione di Clienti utili all’anno. La crisi non è questa: è avere Osservatori che non ci arrivano. 

E nel 2025 addio Ecobonus. Il Cliente catastrofista, dall’età incerta e incerto l’equilibrio mentale, si alza e saluta Fabrizio, come sempre senza pagare. 

Alla prossima storia, nel Bar del Teschio.

Riccardo Bellumori

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