La transizione dell’industria automobilistica verso i veicoli elettrici continua a mettere a nudo le difficoltà di crescita anche degli operatori più importanti. Mercoledì scorso, Ford ha annunciato l’intenzione di tagliare 4.000 posti di lavoro in Europa entro la fine del 2027, citando le sfide finanziarie legate al passaggio ai veicoli elettrici e alla crescente concorrenza. La casa automobilistica sta inoltre riducendo le attività presso lo stabilimento di Colonia in Germania, attribuendo la mossa alla scarsa domanda di veicoli elettrici.
Ford ha indicato in “venti contrari economici, normativi e competitivi senza precedenti” le forze trainanti dei tagli, sottolineando che la sua attività europea nel settore dei veicoli passeggeri ha subito “perdite significative” negli ultimi anni.
Le riduzioni previste rappresentano quasi il 14% della forza lavoro europea di Ford o il 2,3% del suo personale globale. Non sorprende che siano la Germania e il Regno Unito a sopportare il peso maggiore di questi licenziamenti, mentre per gli altri mercati europei sono previste solo “riduzioni minime”. I tagli sono previsti nei prossimi tre anni e Ford si è impegnata a consultare le parti sociali durante tutto il processo.
Ad aggravare le fosche prospettive, Ford ha annunciato un aumento dei giorni di lavoro ridotto presso lo stabilimento di Colonia per il primo trimestre del 2025.
L’azienda ha addotto come motivazione una domanda di veicoli elettrici “inferiore al previsto”, aggravando le preoccupazioni sulla fattibilità della sua attuale strategia.
L’impianto ospita la produzione dei modelli Ford Explorer e Capri, completamente elettrici, che condividono la base con i modelli VW ID.4 e ID.5. Questa misura fa seguito al recente adeguamento del programma di produzione dei veicoli elettrici, con i dipendenti che già lavorano a settimane alterne fino alla fine dell’anno.
Dave Johnston, vicepresidente europeo di Ford per la trasformazione e i partenariati, ha difeso il taglio dei posti di lavoro come un passo doloroso ma necessario: “È fondamentale intraprendere un’azione difficile ma decisiva per garantire la futura competitività di Ford in Europa“. Tuttavia, il quadro più ampio rivela la frustrazione per il contesto normativo.
LA SFIDA DELLE ELETTRICHE
Come la maggior parte delle case automobilistiche, Ford non è soddisfatta delle rigide normative sulle emissioni in Europa e sostiene che vi sia un “disallineamento” tra gli obiettivi di CO2 e la domanda dei consumatori di veicoli elettrificati.
Questo scollamento ha spinto Ford a intensificare le proprie attività di lobbying. In una recente lettera al governo tedesco, il direttore finanziario John Lawler ha esortato i politici a migliorare le condizioni di mercato per i veicoli elettrici. La lettera illustrava le richieste principali, tra cui “investimenti pubblici nelle infrastrutture di ricarica, incentivi significativi, una maggiore competitività dei costi e una maggiore flessibilità nel raggiungimento degli obiettivi di conformità alle emissioni di CO2”.
Sebbene Ford stia chiaramente cercando un modo per affrontare la transizione verso i veicoli elettrici, i suoi problemi europei sottolineano una sfida più ampia per l’intero settore: bilanciare le pressioni normative con le realtà del mercato. Per ora, la strada da percorrere per Ford, e per altri, rimane accidentata.