Tre giorni in Riviera Adriatica tra vacanza e motori

C’è sempre una grande differenza tra i dati ufficiali, le statistiche e la realtà: in Italia più che altrove, sebbene noi si sia abituati a prevedere e a trasformare la vita reale: pensate, siamo persino stati capaci di scoprire l’America percorrendo rotte concepite da studiosi nati un secolo dopo il viaggio di Colombo…….Chi meglio di noi?????

C’è – ad esempio – che per influenzare i dati sull’inflazione e sul costo della vita capita che il famoso Istituto Nazionale ti inserisca nel paniere le ciriole per il comparto pane, la mortadella per il comparto salumi e il costo dei biglietti regionali al posto dei TAV. Così i parametri si “ingentiliscono” e pare che tutto costi meno; mentre la strada ci riporta sensazioni ben diverse. E in arrivo della stagione estiva, i conti ufficiali saranno pronti a snocciolare indicatori ottimi e beneauguranti per le sorti del turismo verso l’Italia. 

Ma non è detto che questi benefici ricadranno positivamentesulle nostre teste o dentro le tasche degli italiani. 

A noi sembra che tutto sia tornato a costare davvero troppo per tanti, e che dunque a gioire per la cascata di ricchi turisti asiatici e mediorientali possano essere solo ristoratori, tassisti e albergatori; ma che per la “classe media” (o come si chiama oggi) Vi sia poco da festeggiare.

Mentre riecheggia sempre la famosa allerta sul rischio “svendita” del patrimonio nazionale di arte, cultura, industria.

Insomma, nulla di strano che nel Belpaese coincidano spesso sogno e realtà, assurdo e ragione. 

Oppure, che intorno a noi e sul territorio nazionale vi siano realtà e posti dove la storia più nobile si scontra con una attualità che sembra avene cancellato ogni traccia.

Le vacanze “intelligenti”?? Fatevi guidare per tre giorni da “Autoprove”

Beh, lasciate che per almeno tre puntate dei nostri Post sia “Autoprove” a tracciare i dati “veri” di questo scorcio di estate, davvero troppo improvvisamente calda per non dare l’idea di essere anche molto più breve del normale. 

Già gli uccelli del malaugurio prefigurano un Agosto piovoso e gonfio di umidità e grigiore. Senza essere degli indovini, in questo Luglio ancora da vivere vorrei provare a consigliare ai nostri lettori più appassionati e attenti al portafogli un programma davvero alternativo tra vacanza e motori. 

Per i prossimi tre Post, incluso questo, lasciateVi indicare delle mete davvero alternative da raggiongere, a loro volta, con mezzi e modalità “smart”, “eco” e “Low Cost”.

La premessa Ve la pongo in questo modo, per darVi la possibilità di immaginarVi protagonisti delle nostre proposte: una famigliola giovane romana (due genitori ed un bambino appassionato di motori), tre giorni da passare in totale libertà di spazi ed orari, ed un budget giornaliero entro – udite udite– i 25 Euro a persona inclusi viaggi treno di A/R, vitto “finger Food”, accesso a strutture e luoghi di interesse motoristico. Interessante, no???

Cominciate così: andate in una Stazione ferroviaria a comprare tre biglietti FS della promo “Italia in Tour”, con una tariffa di 29,00 Euro con la quale una persona può girare l’Italia (a partire dalle 00:01 del primo giorno di tariffa fino alle 23:59 della fine del terzo giorno successivo). 

Vi basta decidere la data di inizio della terna di giorni: in caso, ovviamente, fate solo attenzione che queste date coincidano con prenotazioni di visite guidate ed accessi ai luoghi che stiamo per indicarVi.

L’iniziativa promozionale ferroviaria consente di viaggiare con la gamma dei Treni Regionale ed “RV” (Regionale Veloce) ad eccezione di InterCity e Frecce.

Una volta acquistato il biglietto, ecco la prima di tre giornate di “archeomotorismo” che Vi invitiamo a provare, giusto per la curiosità di mettere insieme tempo libero, vacanza, passione e riscoperta di quel filone “vintage” che sta tornando prepotentemente di moda ultimamente nel mondo Automotive.

Prima tappa: Roma/Pesaro, a casa della Benelli

Famigliola romana, abbiamo detto: su di questa abbiamo strutturato il nostro tragitto: tuttavia la rete ferroviaria nazionale porta diverse alternative, e Voi lettori avrete di certo l’abilità di organizzare le alternative (sempre sul versante dei treni Regionali e RV). 

La partenza è praticamente all’alba da due stazioni capitoline, per arrivare alle 9,30 circa a Falconara Marittima. Si, capisco: svegliarsi prima del gallo in piena estate è un sacrificio, ma ne vale la pena: a Falconara Marittima, se credete, a Vostra scelta Vi attende o un tuffo in acqua od una buona colazione nella fila di locali e Bar che affiancano la spiaggia (la Stazione è una delle più caratteristiche con “vista mare” sul versante adriatico).

Avete quasi un’ora, in fondo, prima che un treno Vi porti a Pesaro per poi toccare Misano Adriatico, Rimini, Faenza, Imola, Bologna Centrale (praticamente una fetta fondamentale della “Motor Valley” romagnola e che meriterebbe una tappa di vera e propria adorazione per ognuna delle città che ho elencato) lungo una tratta davvero importante per la toponomastica nazionale: quella che  collega Ancona a Piacenza con una cadenza di convogli che nei giorni feriali assicura un passaggio treno Regionale ogni ora/ora e mezza.

La “nostra” scelta è appunto quella di scendere per prima cosa a Pesaro. Una città che con l’industria meccanica e la moto ha davvero parecchio feeling storico: Benelli, Motobi e Morbidelli sono ovviamente i tre nomi che risaltano immediatamente. Per questo la nostra famigliola decide di percorrere i circa 600 metri che separano la Stazione dall’ex Centro Direzionale Benelli dietro al quale si trova la struttura del Museo allestito nel vecchio capannone di produzione, quello originario. 

Il caldo feroce di Luglio non è un ostacolo per una passeggiata che attraversando un bellissimo arco porta in una Città ottima da visitare anche in chiave artistica ed architettonica. 

Il complesso che un tempo fu il Centro Direzionale Benelli si mostra nella sua volumetria colossale e nel rispetto della struttura di piano terra che ha mantenuto l’aspetto di derivazione industriale. Dietro di questo edificio ormai riconvertito a civili abitazioni troviamo il Museo.

Museo che, ovviamente, la nostra famigliola di appassionati romani ha avuto la cura di contattare (sito e recapiti sono facilmente reperibili in Rete) per concordare una data di visita.

Museo Benelli: il respiro di una leggenda storica

L’ingresso e la coreografia iniziale del Museo Benelli è davvero invitante ed ospitale. 

Dalla porta di ingressi fanno già capolino i primi musetti con fanale delle moto esposte, mentre i ragazzi gentilissimi e disponibili all’ingresso accolgono con cordialità e simpatia fin dal primo contatto. Per questo sia loro che tutta l’esposizione meritano di avere un seguito popolare ed un elenco visite continuo e sempre maggiore. Con un costo simbolico si passa almeno un’ora a vedere dal vivo diverse decine di prodotti del Marchio (e dell’estensione Motobi”)che abbracciano ogni tempo del Costruttore pesarese

Diciamo che il limite temporale “massimo” è dato dalla produzione di fine anni Ottanta e inizio decennio successivo, ma non chiedetemi un elenco, non basterebbe lo spazio. 

Da appassionato ed innamorato di questo Marchio Vi dico quello che sono stato felice di rivedere: la “360”, la Tornado 650, la serie delle piccole pluricilindriche 250 e 125 a 4 tempi; per poi vedere con affetto e simpatia la gamma “354/504/654” che rappresenta in fondo la famiglia Benelli più facilmente riscontrabile sulle strade italiane nel periodo di loro commercializzazione. 

Ovviamente non si può trascurare anche la presenza delle famose “sei cilindri” 750 e 900, che mettono Benelli nel gruppetto di soli quattro Costruttori al mondo capaci di tentare una produzione di serie con questa architettura dal Dopoguerra fino ad oggi.

Una vera e propria rarità è inoltre l’unica proposta di auto nella quale Patron Benelli si è avventurato alla fine degli anni ’40: la “BBC1” di cui il Museo mostra un unico esemplare (credo) dei pochissimi realizzati all’inizio di questa avventura. In particolare il modello esposto di BBC1 è ​quello che con caparbietà ed orgoglio Benelli realizzò dopo ormai l’abbandono degli altri soci del progetto.

Se come immagino la mostra lascia tutti i visitatori emozionati e gratificati anche grazie ai supporti audiovisivi ed alle preziose informazioni del personale interno, la nostra famigliola partita da Roma può uscire dal Museo che non è ancora neppure ora di pranzo. C’è ancora una gran parte di giornata da passare, una volta raggiunta la Stazione. 

Da Pesaro a Faenza: passando per Rimini (e Bimota)?

La nostra famigliola fa in tempo persino a servirsi del Supermercato posto tra il Museo e la Stazione di Pesaro: da brava donna di casa la giovane mamma acquista al giusto prezzo pane, ripieni, acqua, birra, bibite e confezione famiglia di gelati. Insomma, la prima parte di giornata è addirittura grandemente entro il budget di spesa previsto, e si può partire verso le altre tappe. 

E se proprio il gruppetto volesse, dalla Stazione di Rimini partirebbe un mezzo che lascia a solo un chilometro di distanza dalla nuova sede del prossimo ed auspicabile “museo Bimota”, nella attuale nuova sede del Marchio passato sotto l’egida di Kawasaki

Quando il sottoscritto ha svolto il viaggio che sto descrivendo come “fac simile” per altri appassionati (rappresentati dalla nostra famigliola) l’esposizione e l’accesso del pubblico alla nuova sede Bimota non era possibile. 

Di certo non è impossibile arrivare alla “factory” dalla stazione di Rimini e farvi ritorno con il mezzo pubblico (i chioschi informativi del sito ferroviario sono utilissimi); ma in caso sarebbe difficile chiudere una stessa giornata vedendo anche in successione l’area di Faenza. 

Insomma, “purtroppo” gli appassionati in partenza diretta dalla Capitale potrebbero realmente fare un sano “pendolarismo” con Regionali e RV lungo i canonici tre giorni potendo sfruttare la tratta Ancona-Piacenza per visitare ciascuno dei siti di interesse motoristico.

Invece, se si decide di “procrastinare” Rimini (gradevole in estate anche per motivi più ludici) si può percorrere in treno la distanza da Pesaro a Faenza per cercare di visitare due realtà di impatto “mondiale”. Nella cittadina famosa per le ceramiche artistiche si è ritagliato uno spazio anche il comparto del Motorsport. Tradizione vuole che si richiamino i nomi più famosi della recente: parliamo della famosa Squadra “Everest” per le quattro ruote e della motociclistica “Diemme” che in effetti era di casa a Lugo, dunque ad un tiro di schioppo da Faenza, ma il cui patron Melandri era originario faentino.

Everest e Diemme sono stati nomi che hanno scritto pagine di storia del Motorsport mondiale. Se però la Everest ha visto la sua matrice e tradizione continuata nel “passaggio” alTeam di Giancarlo Minardi, la presenza faentina nelle Due ruote si è interrotta – dopo la Diemme Lugo – fin quando un coraggiosissimo e capace Fausto Gresini, il pluricampioncinonazionale del Motomondiale, non ha dato vita al team che porta il suo nome.

Ovviamente il percorso storico della Minardi in F1 ha portato poi alla configurazione di Toro Rosso e successivamente RedBull la cui Factory fa bella mostra di sé nell’area industriale di Faenza.

Per entrambe le strutture organizzative (RedBull e Team Gresini Racing) occorre ovviamente chiedere e concordare una occasione di visita guidata interna alle strutture.

Il sottoscritto ha avuto la fortuna ed il piacere di una visita al Team Gresini – opportunamente programmato e concordato – insieme al Club Ferrari di Imola, ed ho potuto ammirare e beneficiare della cortesia e della disponibilità del bravissimo Lorenzo Gresini (il figlio del compianto Fausto) che ha regalato a tutti i visitatori tempo e tante informazioni importanti: ovviamente la Sede è quella “nuova” di Via Pana nella quale il Team si è trasferito da quasi dieci anni.

Dunque, se la giornata “tipo” tra Roma, Pesaro e Faenza si sarà svolta – da parte della nostra famigliola – per come noi l’abbiamo immaginata e vissuta a nostra volta, i nostri amici protagonisti potranno fare due scelte – a fine giornata – in base all’orario di ripartenza dalla Stazione centrale faentina: la coincidenza “Regionale o RV” da qui fino a Roma (passando per Falconara Marittima come tappa intermedia) è disponibile fino ad una fascia oraria pomeridiana ristretta. 

In caso di indisponibilità la scelta più diretta porterà i nostri giovani appassionati ad una scelta più onerosa, quella di raggiungere lo snodo di Bologna e da là fruire della maggiore affluenza di InterCity e di (eventualmente) Treni Alta Velocità. 

A meno che, ed è una opzione di notevole utilità al portafogli, non si possa incappare in qualche passaggio del vettore Flixbus che – in alcuni casi – si dimostra davvero competitivo sia per tariffe che per condizioni di servizio.

E questo primo giorno di “motovacanza” si potrà chiudere, per la nostra famigliola, con il ritorno a Roma, magari in tempo anche per cenare a casa. 

Ma, mi raccomando, non facciamoli andare a dormire tardi. Il giorno dopo li attende il secondo step di “Archeomotorismo” suggerito e provato da noi di “Autoprove”.

L’effetto? Come detto, l’obbiettivo di svolgere “al lordo” tutta la giornata di viaggio e visite spendendo non più di 75 Euro (per tutta la famigliola) dovrebbe essere stato rispettato nel nostro programma: certo, non Vi possiamo indirizzare in Ristoranti stellati o presso Stabilimenti da 20 Euro al giorno a Lettino; ma mantenendosi ragionevoli e trovando alternative di vecchio stampo (insomma, le regole della nonna) per vitto e alloggio in chiave popolare, unire passione motoristica, tempo libero e mobilità “smart” non è impossibile stando attenti al portafogli. 

E poi, volete mettere anche lo stupore del nostro protagonista bambino nel conoscere così tanta storia e leggenda sportiva? Dai, ci attende un nuovo appuntamento di viaggio.

Ve lo racconteremo molto presto, non mancate. E se volete, organizzate anche Voi programmi così: ne beneficeranno le tasche, la passione, la cultura, ed il divertimento.

Riccardo Bellumori.

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