Addio Fisker: arriva il fallimento

Fisker presenta istanza di fallimento ai sensi del Capitolo 11 – Sospesa la produzione di Ocean EV, prevista la vendita degli asset

Con una sorpresa che non sorprenderà nessuno di coloro che hanno seguito le sue difficoltà, Fisker ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Capitolo 11 nel Delaware.

La casa automobilistica californiana, la seconda fondata dal designer Henrik Fisker (e la seconda a dichiarare bancarotta), ha dichiarato di essere in “discussioni avanzate” con le parti interessate per il finanziamento e la vendita degli asset.

L’azienda ha aggiunto che la produzione del SUV elettrico Ocean, interrotta a marzo per un periodo di sei settimane per smaltire le scorte, continuerà a essere sospesa. L’azienda presenterà istanze per consentire “operazioni ridotte”, come il pagamento di stipendi e benefit, il mantenimento di alcuni programmi per i clienti e il risarcimento dei fornitori.

“Come altre aziende del settore dei veicoli elettrici, abbiamo affrontato diversi venti contrari di mercato e macroeconomici che hanno avuto un impatto sulla nostra capacità di operare in modo efficiente”, ha dichiarato un portavoce. “Dopo aver valutato tutte le opzioni per la nostra attività, abbiamo stabilito che la vendita dei nostri beni ai sensi del Capitolo 11 è la strada più praticabile per l’azienda”.

Fisker ha subito un battesimo del fuoco da quando ha rivelato l’Ocean, il suo primo modello di produzione, all’inizio del 2020 – proprio prima che il mondo fosse inghiottito dalla pandemia COVID-19. Dopo aver subito ritardi nel caos che ne è derivato, l’auto ha finalmente raggiunto gli showroom l’anno scorso ed è stata quasi subito colpita dalle lamentele dei clienti per l’hardware e il software difettosi, secondo quanto riportato da Reuters.

Anche i recensori non sono stati clementi con l’Ocean: all’inizio dell’anno Consumer Reports ha descritto l’auto come “incompiuta”, con un software difettoso e funzioni che scomparivano e riapparivano. Tutto questo è culminato con l’apertura da parte della National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) di quattro indagini distinte sulla perdita di prestazioni di frenata, sui rotolamenti del veicolo, sui guasti all’apertura delle portiere e sulla frenata fantasma del sistema autonomo di frenata d’emergenza.

A suo merito, Fisker ha rilasciato vari aggiornamenti software per risolvere alcuni dei problemi, tra cui il grande aggiornamento v2.0 di febbraio, ma ormai il danno era fatto. E questo non ha fermato l’esame da parte dell’NHTSA, che ha portato a un “richiamo” volontario dell’aggiornamento del software alla versione 2.1 per correggere i problemi di perdita di potenza e di malfunzionamento delle spie (ironia della sorte) proprio la settimana scorsa.

IL FALLIMENTO DI FISKER

Non sorprende che le vendite ne abbiano risentito: l’anno scorso Fisker ha prodotto poco più di 10.000 unità della Ocean, ma meno della metà sono state consegnate. Nel corso dell’anno, l’azienda ha messo in guardia dall’insolvenza e ha dichiarato di essere in trattativa con una casa automobilistica – che Reuters ha rivelato essere Nissan – per ricevere finanziamenti e co-sviluppare un pick-up elettrico basato sull’allora imminente Alaska.

Le trattative sono però fallite e un investitore ha ritirato un investimento di 350 milioni di dollari che era subordinato alla partnership. Questo ha costretto Fisker a esplorare altre opzioni, tra cui la bancarotta. Nel suo deposito, Fisker ha stimato attività fino a 1 miliardo di dollari e passività fino a 500 milioni di dollari.

Redazione
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