Ogni mese che passa, la “telenovela” tra il governo italiano e Stellantis continua a presentare nuovi capitoli. La guerra tra le due parti infuria, e l’ultima è stata la confisca di più di cento veicoli FIAT per presunta non conformità alla legge sul “Made in Italy”.
Sicuramente la conoscete: non molto tempo fa, l’esecutivo di Giorgia Meloni ha criticato l’Alfa Romeo per aver chiamato il suo ultimo modello Milano, quando la sua produzione sarebbe avvenuta lontano dai confini del Paese (a Tychy, in Polonia). Questa “minaccia” portò Stellantis, per evitare ulteriori conflitti, a cambiare il proprio nome in Junior.
Secondo la legge citata, non è consentito commercializzare prodotti di origine straniera che abbiano un legame con l’Italia, sia attraverso nomi, come nel caso dell’Alfa Romeo Milano, sia attraverso simboli, come è accaduto in quest’ultima occasione con la FIAT Topolino, nel tentativo di tutelare il marchio “Made in Italy“.
Un elemento decorativo con la bandiera italiana sulla FIAT Topolino è stato la causa dell’ultima polemica tra Stellantis e il governo italiano. La piccola vettura italiana è prodotta in Marocco e questo ha portato la Guardia di Finanza italiana a confiscare fino a 134 unità all’arrivo al porto di Livorno.
Fonti di Stellantis hanno confermato il blocco delle auto FIAT Topolino nel porto italiano, che ha portato il marchio a rimuovere l’adesivo della bandiera italiana dalle sue auto. Il colosso automobilistico si è anche difeso dicendo che il motivo per cui porta questa bandiera è che il suo design è stato concepito a Torino, in Italia.
70 anni dopo, FIAT ha deciso di riportare su strada la Topolino, questa volta adattando la Citroën AMI e dandole un po’ più di italianità, anche se ora lo sarà un po’ meno senza la controversa bandiera. Il prezzo sarà di circa 9.890 euro.
LA DIFESA DEL MADE IN ITALY
La legge sul Made in Italy che ha portato al cambio di nome dell’ultima Alfa Romeo.
Un altro capitolo della guerra Stellantis-Italia
Quest’ultimo episodio ci fa pensare che il governo italiano ce l’abbia con Stellantis dopo la polemica sul nome Alfa Romeo Milano. La battaglia va avanti da tempo e sembra intensificarsi con il passare del tempo.
Da un lato, l’esecutivo italiano è ancora in contrasto con le intenzioni di Stellantis di portare la produzione di alcune delle sue auto in altri Paesi dove i costi sono più bassi. Dall’altro, gli annunci di tagli occupazionali negli stabilimenti italiani non sono andati giù: i sindacati dicono che l’azienda intende tagliare circa 3.700 posti di lavoro.
Dall’altra parte del campo di battaglia, Stellantis non ha gradito i “flirt” del governo italiano con alcuni marchi cinesi per attirare più produzione locale nel Paese, minacciando addirittura di chiudere i loro stabilimenti in Italia. Ricordiamo però che ha investito in Leapmotor per portare la sua produzione qui nel Vecchio Continente.