AIWAYS è in crisi, il marchio cinese di auto elettriche guarda nel baratro e cerca disperatamente un salvataggio.
Fisker non è l’unico marchio di auto elettriche a trovarsi in gravi difficoltà. Anche l’asiatica AIWAYS non se la passa bene nella lontana Cina. Il marchio è alla ricerca di investitori per un’iniezione di capitale, mentre cerca di cambiare il proprio orientamento commerciale verso l’esportazione dei propri modelli.
AIWAYS ha chiuso le sue fabbriche per mesi a causa della mancanza di liquidità.
Nelle ultime settimane anche Fisker è stata al centro delle cronache per il peggioramento della situazione finanziaria del produttore californiano di auto elettriche. Il marchio è entrato in una spirale negativa da cui sta facendo fatica a uscire, cercando investitori per ribaltare circostanze in cui nessuna azienda vuole essere coinvolta.
La scarsa domanda di auto elettriche non è un fenomeno che colpisce solo il mercato europeo, ma anche altre regioni del mondo, e la Cina non fa eccezione. Il produttore asiatico è stato costretto a chiudere le sue fabbriche per lunghi periodi di tempo nel tentativo di mitigare i grandi problemi, i suoi dipendenti sono stati mandati a casa e sospesi dal lavoro per contenere le grandi voci di costo, ma un impianto chiuso causa anche grandi perdite, per cui i suoi SUV elettrici non vengono prodotti da tempo.
L’AIWAYS U6 non viene prodotto per nessun mercato dallo scorso anno.
Le vendite dell’U5 e dell’U6 si sono fermate e in Svezia sono stati venduti appena 200 esemplari da quando l’U6 è entrato nel continente europeo. Bernd Abel, direttore delle comunicazioni di AIWAYS, ha ammesso che “l’azienda sta cercando finanziamenti esterni attraverso investitori e spera di raggiungere al più presto accordi importanti per riprendere la produzione dei suoi modelli”.
LA LUNGA CRISI
Gli investitori a cui Abel ha fatto riferimento sono asiatici, tra cui il gigante delle batterie CATL e la multinazionale cinese specializzata in tecnologie di intelligenza artificiale Tencent, ma non è escluso che si cerchi aiuto anche in Europa.
AIWAYS è alla ricerca di un generoso sostegno finanziario, che sa già quale utilizzerà per coprire i costi di sviluppo e il nuovo modello di business che vuole implementare, dando maggiore importanza all’esportazione dei suoi modelli.
L’obiettivo non è affatto piccolo: quest’anno si vogliono portare in altri Paesi tra le 15.000 e le 25.000 auto. AIWAYS è uno dei marchi cinesi più noti, ma ce ne sono quasi un centinaio di altri che si sono lanciati direttamente sulle auto elettriche. La scarsa domanda di questo tipo di modelli, unita alle continue guerre sui prezzi che causano un notevole calo dei margini di profitto, rende necessario un significativo sostegno da parte delle retrovie, che solo colossi come BYD e Geely hanno. Gli altri, come alcuni marchi europei, si sono promessi molta felicità puntando tutto sulle auto elettriche quando, presumibilmente, era il momento giusto. La realtà si sta rivelando molto diversa.