L’energia nucleare solleva sempre un acceso dibattito sull’opportunità del suo utilizzo e sulla sua reale sostenibilità.
Questo dibattito è spesso molto polarizzato e non sempre rigoroso, poiché entrambe le parti tendono a dimenticare aspetti importanti di una fonte energetica così potente e complessa.
Nel frattempo, la scienza continua a muoversi nella direzione di un’energia nucleare più pulita e sicura, dove lo sviluppo di futuri dispositivi basati sulla fusione nucleare è fondamentale.
Quello di Betavolt non è l’unico progetto di dispositivo portatile per la generazione di energia nucleare. Il progetto dell’azienda statunitense Nano Nuclear Energy è molto più avanti nella corsa alla produzione commerciale.
Si tratta essenzialmente di una piccola centrale nucleare che può essere trasportata in un container standard, di quelli che si vedono sui camion e sulle navi mercantili. Ma è davvero fattibile in termini di costi, prestazioni e, soprattutto, sicurezza?
“Il progetto soddisfa i requisiti di sicurezza della Nuclear Regulatory Commission (NRC)”.
La Nano Nuclear Energy dice ovviamente di sì e ha addirittura creato due sistemi diversi per raggiungere lo stesso scopo: Zeus e Odin.
Questa società, fondata da Jay Jiang Yu, non è un gruppo di visionari con più visione che conoscenza, ma ha attinto alle competenze di rinomati scienziati, imprenditori e consulenti dell’industria nucleare.
Il principale artefice dello sviluppo dei reattori nucleari è James Walker, un fisico nucleare che ha lavorato al programma nucleare per il Ministero della Difesa britannico. Egli sostiene che i suoi due progetti “si adattano a un rimorchio di camion, quindi le infrastrutture di trasporto esistenti, come camion, treni o navi, possono inviare questi dispositivi ovunque nel mondo”.
IL NUCLEARE PORTATILE
Il reattore nucleare Zeus utilizza un nucleo solido di combustibile al biossido di uranio e regola la reattività per mezzo di tamburi assorbenti posti all’esterno del nucleo centrale.
Il calore viene trasferito a un materiale termicamente conduttivo, eliminando la necessità di un refrigerante, una sfida comune in questi dispositivi.
Il progetto Zeus promette di essere significativamente più sicuro dei reattori convenzionali. Perché? Perché è in grado di estrarre il calore dal nocciolo facendo ricircolare aria o gas elio, che a loro volta alimentano una turbina per generare elettricità.
Il microreattore Zeus, come Odin, può essere trasportato in container standard.
Un altro aspetto che contribuisce alle sue dimensioni ridotte è che, rinunciando al refrigerante, è possibile eliminare le pompe e le tubazioni solitamente necessarie, che aumentano notevolmente le dimensioni dell’impianto.
Parallelamente, grazie alle dimensioni ridotte del nocciolo, i materiali non fissili assorbono meno neutroni, prolungando la durata del reattore nonostante le sue dimensioni compatte.
Lo sviluppo del microreattore Zeus, guidato da James Walker e Peter Hosemann (Università di Berkeley), riduce al minimo le parti in movimento, una misura volta a migliorare la sicurezza immobilizzando i prodotti di fissione.