Con una decisione a lungo attesa l’Europa rinvia lo standard Euro 7 al 2030.
I costruttori tirano un sospiro di sollievo. Dopo aver a lungo temuto le decisioni del Comitato Trasporti dell’UE in merito all’entrata in vigore della nuova norma sulle emissioni Euro 7, questa entrerà finalmente in vigore non a metà del decennio come previsto, ma nel 2030.
I costruttori di automobili avevano da tempo lanciato l’allarme sulle vessazioni e le demolizioni a cui erano sottoposti dalla Commissione Trasporti dell’Unione Europea, completamente ignorata nella negoziazione dei nuovi standard di emissione per i prossimi anni. Gli investimenti necessari per adattare i motori a combustione ai nuovi e più esigenti standard di omologazione e l’imposizione forzata di auto elettriche, con la Cina nel mezzo, avvicinavano l’abisso della rovina.
La realtà si è ormai imposta all’organismo europeo, che comincia a capire che le sue politiche restrittive, che si ripercuotono sui cittadini, non sono obiettivi così facili da raggiungere in un solo decennio. Se alla fine del 2023 era stato deciso che il nuovo Euro 7 sarebbe entrato in vigore nel 2026 e con una normativa più permissiva per le nuove auto, ora il Parlamento europeo, che ha l’ultima parola, ha fatto un passo da gigante ritardando l’entrata in vigore di questo controverso regolamento fino al 2030. Entrerà in vigore cinque anni dopo il previsto.
Una decisione di estrema importanza per i marchi che si traduce in una questione fondamentale: gli attuali limiti di emissione Euro 6 per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri rimarranno al livello attuale fino al 1° luglio 2030, mentre quelli per i camion e gli autobus saranno posticipati di un ulteriore anno, fino al 1° luglio 2031.
IL FUTURO NON SARÀ SOLO ELETTRICO
I termini di applicazione non sono l’unica novità, poiché è stata eliminata anche una delle clausole più importanti, nella quale i marchi automobilistici vedevano il serio pericolo di un brutale aumento dei prezzi dei modelli più piccoli: i severissimi test sul traffico reale. Probabilmente ricorderete le parole di Thomas Schäfer che indicavano la scomparsa della Volkswagen Polo per questo motivo. Il marchio tedesco ha preferito sbarazzarsi dell’utilitaria piuttosto che aumentarne il prezzo di vendita di 5.000 euro e, come lei, molte altre vetture sul mercato erano destinate a scomparire prematuramente, come la Skoda Fabia.
Il grande capo di Bosch, che non è uno qualunque del settore, ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni che “infrangono” il sogno della Commissione Trasporti. Stefan Hartung ha dichiarato: “Oggi si producono 90 milioni di auto all’anno e, anche se le vendite di auto elettriche aumenteranno, ciò avverrà a ondate. Se dovessimo convertire immediatamente tutte le auto con scarico [all’elettrico], ci vorrebbero circa 16 anni in Europa, e nel mondo tra i 30 e i 35 anni”.