Viene ricordata soprattutto per la “ex Lancia”, il mega Stabilimento che dopo la fine del ciclo produttivo del Gruppo automobilistico è ora un Polo tecnologico piuttosto anonimo, desolato, e certo meno prestigioso di quello da cui sono uscite le Lancia da leggenda.
Chivasso non è solo questo, per capirlo basta percorrere i viali e gli edifici di un ex borgo contadino nato dentro una fortezza, oggi ristrutturato ed urbanizzato fino a rendere la città (riconosciuta tale dal 1690 circa) una vetrina reale a cielo aperto, un bellissimo centro urbano dove da piccoli inserti sapienti dalle pareti intonacate spunta la vecchia mattonatura originale, e dove viali e strade pur rivestite da pochi anni simulano perfettamente le pietre e la pavimentazione di secoli fa.
A guidarci nel perimetro cittadino, approfittando dei bellissimi locali pubblici per gustare un ottimo caffè, è uno “sherpa” d’eccezione: è Fausto, uno straordinario “nonno” dalla energia di un ragazzo. E’ con lui che scopriamo la città, insieme ad una storia simile ad una favola moderna oltre ad una notizia sorprendente!
Di suo Fausto ha nel curriculum un percorso imprenditoriale di tutto rispetto: partito a 20 anni in Germania ad inizio anni Sessanta, per lavorare nella prima Concessionaria Porsche di Francoforte, una volta tornato in Italia attraversa periodi, settori industriali, realtà sociali diverse tra loro: dall’Automotive all’industria emergente della plastica, dalla cinematografia alla nautica, alla progettazione tecnica.
Nelle sue esperienze rientra una Carrozzeria prestigiosa a Superga (dove ha collaborato con Franco Scaglione, Frank Reisner di Intermerccanica, Zagato, etc); il complesso industriale a San Raffaele Cimena dove operava il Gruppo Bosco (leader nelle lavorazioni plastiche e del quale ha addiruttura parlato una rappresentazione teatrale intitolata “Plastic Flowers”); ma un vero amore – oltre le collezioni di auto prestigiose che nel tempo ha persino collezionato – è stato per la Nautica e motonautica ad altissime prestazioni.
Dal cantiere che lui ha animato e condotto sono usciti gli “Offshore” da oltre mille cavalli che hanno rappresentato il top tecnologico e prestazionale sui mari del mondo: i “cat” Achilli Motors, ad esempio, e tanti diversi draghi motorizzati Isotta Fraschini, Lamborghini tra gli altri. Una epopea, anzi forse la migliore epopea del settore tra anni ’80 e ’90; ma non basta, le imprese commerciali ed industriali, la progettazione ed i brevetti che nel tempo Fausto ha raggiunto e realizzato o promosso sono un numero impressionante.
Un campioncino “in erba” tra i boschi di Chivasso
Come il numero di giovani emergenti e di talento che operando con lui hanno dimostrato tutto il loro valore e hanno conseguito carriere importanti.
E così, mentre tra le strade cittadine di Chivasso ci muoviamo guardando alla nostra destra il panorama unico e suggestivo delle nuvole che avvolgono ed accarezzano le colline di Castagneto Po, è proprio da questo panorama che il nostro amico Fausto ci rivela la notizia bomba: tra quelle colline, più di ventidue anni fa, a tre anni e mezzo – su un triciclo
“modificato” da Fausto con un motorino “Cucciolo” – muoveva i primi metri un bambino prodigio.
Lo stesso bambino che a quattro anni, rapito da un “Quad” Honda giallo e nero, aveva imparato con lo sguardo, dal suo nonno, il segreto per scuotere con la mano la pedivella del cambio e posizionare su “neutral” così da avviare con la chiave sul cruscotto il motore e – soddisfatto – muovere la manopola del gas.
Ed è lo stesso bambino che neppure a cinque anni, salito per la prima volta su un minicross si dimostra già padrone del talento che lo renderà, proprio in questi tempi, a diventare Campione del mondo.
Eh già: perché il piccolo centauro che muove le sue prime “pieghe” in disinvoltura a Castagneto Po è il nostro Campione, Francesco “Pecco” Bagnaia, Campione del Mondo di Moto GP 2022 sulla Ducati: il primo a riportare in Italia il Titolo mondiale su due ruote con accoppiata “moto/pilota” tricolore dopo oltre mezzo secolo dall’altro binomio “Agostini / MV Agusta”.
Pochi ci pensano, ma questo ragazzo, dall’aria serena e semplice che – senza nulla togliere alle fisionomie un poco più………”istrioniche” di alcuni suoi concorrenti o predecessori – mantiene un bel profilo da “ragazzo della porta accanto”, con la sua carriera fulminea e straordinaria nella attuale Classe Regina ha già garantito all’Italia, da solo, due primati difficilmente superabili per la storia futura delle Due Ruote mondiali da Velocità:
- Con il Titolo vinto lo scorso anno ha portato la “nazionale azzurra” dei Piloti a superare storicamente l’altra compagine concorrente – quella degli Inglesi – quanto a numero di Titoli mondiali conquistati nella storia della Classe Regina (500 cc e MotoGP) dal 1949 ad oggi: proprio la vittoria di Francesco ha di fatto permesso questo scavalco storico nei confronti della patria di Mick Grant, Duke, Hailwood, etc…Difficile pensare, se le cose continueranno così, ad un rapido “ribaltone”;
- In più vincendo con la Ducati, Bagnaia regala sempre all’Italia un primato insuperabile: l’unica Nazione ad avere vinto in due epoche storiche diverse (Classe 500 quattro tempi e MotoGP) con binomio “moto/pilota” della stessa nazione.
Insomma, la vittoria di Francesco “Pecco” Bagnaia del 2022 segna – con un colpo solo – tre risultati storici. Ma queste sono solo statistiche, indubbiamente.
Le statistiche da record (di già) di Pecco Bagnaia
Come è nelle statistiche della storia Ducati in Moto GP (storia che compie 20 anni proprio in questo 2023) il fatto che Francesco si posiziona al vertice con il solo Casey Stoner in vetta alle percentuali “monstre” di vittorie e piazzamenti sul Podio sulla base delle Gare percorse in sella alle moto di Borgo Panigale dalla nobile ed impegnativa “rassegna” di piloti passati lungo questi due lustri sulle “rosse” bolognesi: ne sono passati tanti di Campioni, dal pioniere Loris Capirossi, a “Kentucky Kid” Nicky Hayden, Jorge Lorenzo, Troy Bayliss, ed ovviamente a Valentino Rossi ed al combattivo Dovizioso, solo per dare la lista parziale.
Ma le cifre parlano chiaro: nelle Cinque Stagioni che Casey ha corso tra il 2007 ed il 2010, e nelle quattro (con questa) in cui a guidare la Desmosedici è Francesco, i due campioni sono gli unici che nel rapporto tra Gare percorse e vinte arrivano ad un eccellente “una su tre”, mentre toccano entrambi la quota stratosferica del 70% di Gare concluse in Ducati e finite sul Podio.
Nessuno vuole chiudere i dibattiti sparando le classiche “lenzuolate” di cifre e report, e certamente non siamo qui a fare paragoni tra Piloti, stili, epoche e contesti agonistici diversi tra loro e abbastanza lontani nel tempo (tra l’ultima Stagione di Stoner alla Ducati e la prima di Francesco passano otto lunghissimi anni in termini di aggiornamenti, dotazione tecnologica, e regolamenti): purtuttavia i “numeri” hanno la loro valenza e spiegano senza ombra di dubbio a quale Categoria può appartenere un Pilota. E Francesco Bagnaia appartiene alla categoria delle eccellenze.
La forza di questo ragazzo, che ricorda nella sua genesi la storia e gli inizi di diversi altri Campioni delle due ruote, è anche la risultante della passione e dell’affetto della sua famiglia, dei principi e dei valori che lo hanno guidato da sempre.
La forza di Francesco: Campione “della porta accanto”
Non è un animale da palcoscenico davanti alle telecamere, vero: ma non lo erano neppure Spencer, Lawson, Doohan, non lo è stato recentemente neppure Jorge Lorenzo; nondimeno nessuno si sognerebbe di dire che per questo avevano meno “numeri” rispetto a Sheene, Mamola, Schwantz, ed altri.
Bagnaia è – auspicabilmente – la rappresentazione di un modello nuovo di fenomenologia del campione, meno “Stardust” ma sempre eccezionalmente concreto che attrae verso di sé non più e non solo l’adorazione del popolo del tifo ma anche la identificazione di appassionati ed utenti motociclisti che non circoscrivono la propria passione ed esperienza con le moto al solo “stare in piedi sul divano”. In questo, detto francamente, Francesco è davvero il beniamino di tantissimi che la moto la usano per davvero e che prediligono identificarsi con “uno di loro”.
Con Francesco, lo spirito di una cittadina e di un territorio che nell’affetto, nel saluto e nella vicinanza a “nonno” Fausto ed alla famiglia stringe intorno al Pilota Ducati il sostegno a distanza che,tanti (forse troppi ) anni dopo i successi ed i trofei della Lancia riporta da quelle parti l’orgoglio mondiale. Ed anche questo è uno dei motivi per cui è importante per tantissimi cittadini di queste parti esclamare “forza Pecco”: per riassaporare un orgoglio ormai dimenticato. Superando quell’attimo di terrore quando una MotoGp è salita sopra le gambe di Pecco ancora poche settimane fa, per fortuna lasciando solo brutti ricordi.
L’orgoglio cittadino sul Podio: Chivasso corre con Pecco
Non posso ricordare la risposta cittadina di Bergamo, quando vinceva Agostini; ma ricordo bene la mia “seconda città” La Spezia quando Lucky vinse il Titolo portando con sé la sua Ceparana e la cittadina ligure; ricordo l’emozione di Porto Recanati verso il titolo del “suo” Franco Uncini. Chiaramente Tavullia abbiamo imparato a conoscerla bene con l’epopea di VR46, e dunque è bello sentire dai saluti premurosi, tra le strade di Chivasso, della popolazione che incontrando Fausto gli chiede continuativamente di trasmettere a “Pecco” l’affetto e l’orgoglio di una intera terra.
Oggi che Francesco Bagnaia è impegnato nella corsa mondiale, con il solo Martin a poterlo impensierire, quell’affetto e quell’orgoglio possono essere una marcia in più.
Riccardo Bellumori