Preston Tucker e la sua leggenda di Natale

Grazie al celebre film di Ford Coppola, Preston Tucker è diventato dagli anni ’90 famoso a livello universale: ma ciò che è davvero bastato a rendere leggendaria la sua impresa è che era nata in America, e forse per questo la narrativa popolare ha dimenticato alcuni retroscena del personaggio intorno alla vicenda travagliata della “Torpedo”. Noi come al solito Vi diamo un punto….”di vita” diverso, raccontando anche alcuni lati “oscuri” del protagonista principale.

Tucker e CEMSA – Se un giorno Steven Spielberg o Robert Zemeckis si innamorassero di una Duna o di un’Arna e ne ricavassero un film, Voi sareste pronti a rivoluzionare decenni di universali prese per i fondelli a queste due povere e bersagliate auto? Perchè a scrivere la pagina ufficiale e lusinghiera della vita e dell’impresa di Preston Tucker è stato delegato universalmente il film di Francis Ford Coppola “Tucker,un uomo ed il suo sogno”: il padre del celebre Produttore e regista ebbe un rapporto di affari con Tucker, e Coppola (proprietario di una Tucker “48”) ha così costruito la trama cinematografica di un Imprenditore rivoluzionario e visionario, vittima dei “poteri forti”americani che hanno fatto morire la sua creatura. 

Poco prima di Coppola, ben altra vicenda aveva riportato in auge la storia di Tucker: John De Lorean (quello dell’auto di “Ritorno al futuro”) aveva rappresentato al mondo la sua debacle – fatta di accuse per truffa, evasione fiscale, persino spaccio di droga – autoproclamandosi come Preston Tucker vittima del complotto delle “Big Three” di Detroit: ma siamo nei mitici anni ’80 e davvero poteva accadere anche questo…..

Ma per gli occhi di un europeo, che ha visto intorno a lui scorrere la storia più gloriosa e sofferta dell’Automobile, cosa c’è di davvero straordinario e rivoluzionario nell’Impresa di Tucker, per eleggerla a leggenda iconica di quel periodo storico? O non sarà solo stata la “location” a stelle e strisce ad aver alimentato una leggenda che in effetti non c’era? E davvero Tucker fu vittima di un sistema di potere che lo boicottò ingiustamente perchè lo temeva

Bene, la vicenda provo a raccontarla adesso perchè in fondo i suoi momenti topici si svolgono nel periodo del Natale ormai alle porte: era il 24 Dicembre del 1946 quando Tucker assoldò Alex Tremulis nella cornice di un ricco e opulento Ristorante di Detroit per iniziare l’avventura della “48 Sedan”, passando per la pausa di Natale del famoso processo del 1949; fino a quel triste Santo Stefano del 1956 in cui l’Ingegner Preston lasciò questa vita per diventare una leggenda immortale che nel caso della mia storia parte da una data ben precisa: il 1929.

Obbiettivo: attacco ad Indy!!!!

Siamo nell’anno della Grande Depressione e Preston Tucker (già ottimo venditore di auto nonchè “vittima” e attore dei suoi innamoramenti ed obbiettivi quasi impossibili) vince un premio aziendale per assistere alla “500 Miglia di Indianapolis“, e ne torna indietro con il sogno di conquistare quella Competizione con una idea come suo solito ciclopica, creare una Squadra di alcune monoposto per fare bottino pieno; ma c’è probabilmente dell’altro, e si capisce bene leggendo la storia dell’Ingegnere che con la crisi del ’29 soffre anche nei suoi guadagni e nella sua carriera di venditore: dopo aver fatto già mille lavori, tra quell’anno ed il 1935 cambierà altre quattro Aziende e città (Lincoln Park, Memphis, New York e Detroit); avrà tentato la via della politica come candidato Sindaco, avrà persino approfittato della fine del Proibizionismo lavorando in parallelo a Detroit per la “Cass Motor Dodge” e per la Mundus Brewing Beer Company inventando cassoni auto-riempienti di birra sui camion Dodge che lui stesso aveva venduto. 

Non si può dire insomma che Preston viva nell’ovatta, e ad Indianapolis punta soprattutto ai circa 60.000 Dollari di Sponsor e monte premi che attendevano le Squadre vincenti ogni anno: tornato alle edizioni della “500 Miglia” dal 1930 al ’34 sonda pazientemente l’interesse di Piloti, fornitori di tecnologia e pneumatici e come suo solito ha già preparato il pacchetto di propaganda e pubblicità rutilante con Stampa, Radio e Riviste di settore, diventando un personaggio carismatico dell’ambiente; infine “conquista” come sua spalla la leggenda vivente di Indy, l’Ingegner Harry Miller che tuttavia, appena reduce da una bancarotta nel 1933, ha perso tutto il suo patrimonio progettuale e tecnico finito a Freddy Offenhauser (che con il leggendario 4 Cilindri divenuto “Offy” camperà di rendita fino a tutti gli anni ’70 grazie a Miller). Piccola nota “umana” di rispetto, Preston Tucker pagherà alla famiglia Miller le spese per il funerale di Harry, morto di infarto nel 1943.

Insieme alla “American Automotive Corporation” di Miller, Preston lancia la prima mossa il 10 Gennaio 1934 (con annessa grancassa mediatica  dell’Associated Press”) annunciando l’acquisto imminente della Squadra Corse di Marmon Automobile Company perchè punta al loro straordinario motore “V16” che tuttavia ha appena portato Marmon in Amministrazione controllata: acquisto dunque impossibile, ma ormai l’attacco ad Indianapolis non si può più interrompere anche perchè Tucker si è già trasferito prima in affitto a William Creek e poi a Noblesville dove acquista una tenuta a Sheridan Road in Federal Hill, a mezz’ora di macchina dal “Catino” di Indy. 

Fallita la occasione del “V16 Marmon”, per progettare le nuove monoposto Miller ha a disposizione i motori “Flat V8” che Ford ha presentato nel 1932: come suo solito Tucker ha già fatto da “Business Facilitator” convincendo Edsel Ford a concedere motori, cambi, trasmissioni ed impianti frenanti più 25.000 dollari per lavorare con la neonata “Miller & Tucker Inc” di West Lafayette Str. a Detroit; in cambio la Ford avrà gloria e pubblicità anticipata visto che come suo solito Tucker è già partito in quarta ridondando su tutti i giornali sportivi la nuova impresa con la Casa di Dearborn, ben prima di chiudere l’accordo per la ormai prossima”500 Miglia” di Maggio 1935. 

Ma la “Casa dell’Ovale” tarda a firmare ogni accordo fino a Febbraio dello stesso anno: ha appena commissionato ad una Agenzia pubblicitaria una iniziativa mediatica colossale e purtroppo Miller si trova allora con solo 100 giorni per creare e sviluppare 10 monoposto fin troppo rivoluzionarie e bisognose di mesi di messa a punto.

Che storia: Ford vittima di Tucker !!!!

Ci sono tutte le premesse per il fallimento, che infatti arriva puntuale visto che i migliori qualificati nelle Prove sono Ted Horn e Johnny Seymour 26° e 27°, e nella Gara di Giovedì 30 Maggio una Ford imbarazzatissima vede i suoi motori arrivare al traguardo sedicesimo e da 24° al 29° su 33 classificati finali: per la vergogna, grazie a Tucker, la Ford dovrà attendere Henry II° e la famosa sfida di Le Mans di 25 anni dopo per tornare a vedere i campi di Gara.

Insomma, tra quei poteri forti delle “Big Three” c’era anche la “povera” Ford, alla quale Preston Tucker non si negò nemmeno di inviare una bella fattura di nota spese finale per 117.000 Dollari contro i 25.000 previsti, e non sappiamo ma immaginiamo quale fu la immediata risposta di Detroit…

Tucker: nascono nuovi sogni, e “crolla” l’uomo?

Da quel disastro totale di Indianapolis Harry Miller ne esce diventando Vice presidente della American Bantam Car Co., mentre Tucker deve subire un altro colpo: ha perso la sua vecchia azienda Mundus Brewing Beer che fallisce il 20 Agosto del 1935 ma ritrova un posto come Direttore da Cass Motor nella”Bud Cott’s Packard” al 1510 di Meridian Street.

Alcune cronache danno il quadro personale e psicologico di un Tucker “trasformato” e meno equilibrato di un tempo, ma di certo è un crollo fisico/emotivo che lo fa ricoverare nel 1937 di appendicite ad Indianapolis; e per questo la stessa Marmon Automobile (divenuta la “Marmon Harrington Ford” per commesse militari in collaborazione con l’American Armament Corp. del New Jersey) decide forse un gesto più umano che affaristico: Marmon è piena di commesse del KNIL (l’Esercito Reale Olandese) che ha appena ordinato oltre 600 carri armati e diverso altro materiale; e nonostante l’invasione nazista il Governo in esilio continuerà a fare ordini all’Esercito americano ricevendo però sempre meno materiale. C’è spazio dunque per nuove proposte e Marmon propone allora a Tucker di inserirsi con una sua creazione, ma l’Ingegnere come al solito “ci mette del suo”per complicarsi la vita. 

Progetta insieme a Wesley Casson (armatura) e ad Harry Miller (motorizzazione) il suo poco famoso “Tiger Tank“, pensato per viaggiare ad oltre 100 miglia orarie lungo i Paesi Bassi piatti come un tavolo da biliardo e dotato di armamento antiaereo centrato su una torretta mobile (la “Tucker Turret Gun”): viene scartato prima dall’Esercito olandese e poi  anche dagli Stati Uniti (dopo un approfondito test fatto ad Aberdeen il 29 Novembre 1938 su spinta della American Armament Corp. che aveva anticipato i notevoli costi di realizzazione del prototipo………) perchè il “Tank” al di là della fantasia di Tucker è macchinoso e lento in fuoristrada, complesso da guidare, troppo sperimentale e molto costoso da gestire nei teatri di guerra europea. Insomma, un altro flop.

Il”Tank” di Preston, il secondo “flop”.

Nel frattempo si arriva al 1939: Preston Tucker lascia Noblesville tirandosi dietro un lungo contenzioso fiscale con la “Hamilton County Court” di 900 Main Street (come rivelerà l’ edizione 27/12/1956 del giornale locale “Ledger”), ed inizia l’elenco dei debiti dalla American Armament Corp di Rahway ma non smette di cercare nuove avventure: si stabilisce ad Ypsilanti in Michigan, città della Contea di Washtenaw (originaria come tipico “Trading Post“anglosassone ben posizionato tra Detroit, Lansing, il fiume Huron e Toledo) e dai natali già molto illustri in tema di Automotive in quanto sede prima della “Apex” a Michigan Avenue e poi della Kaiser & Frazer” (che confluirà nella “Overland Willis” di Toledo).  

Per promuovere e commercializzare il suo “Tank” Preston Tucker qui aveva già fondato la “Machine & Tool Company Inc.” al 110 Park Street (dietro 103 North Groove) e per la “Tucker Turret Gun”(Torretta motorizzata) deposita due Brevetti (uno del 1939 numero“US285064A”ed uno nel 1941 numero US 240870A) con una seconda Società “TuckerAircraft Corporation”. 

Il bisogno emergenziale di raccogliere liquidità all’esterno (la sua vera imbattibile arte) spinge Tucker a chiudere la “TuckerAircraft Co.” per fondare nel Maggio del 1940 la “Tucker Aviation Corporation”, Public Company con cui lancia una “IPO” con l’intento di realizzare il velivolo leggero “Tucker XP-57” con motore L8 di Harry Miller,  che però rimane nel cassetto. E se dal punto di vista del “Fund raising” l’Ingegner Tucker è un maestro, lo è però molto meno nel condurre programmi e strategie di lavoro e per questo decide a Marzo del 1942 di cedere la “Tucker Aviation Corporation”insieme ai brevetti  alla molto più forte ed organizzata “Higgins Industries Inc.” di New Orleans, in cambio di un ruolo di Vice-Presidente della nuova Divisione, ma il carattere disastroso di Tucker genera il suo divorzio con Higgins nel 1943, altro piccolo segnale di uan inquietudine del personaggio: “Higgins Industries” ai tempi di guerra negli Usa era come una Compagnia petrolifera nel boom della motorizzazione e chi vi si trovava dentro avrebbe fatto carte false per rimanervi. Invece nell’ estate del 1944 Preston ricomincia da Ypsilanti il suo sogno a quattro ruote con il famoso e sventurato motore “A-598” (10.000 cc, solo 88 Cv. ed un incubo di malfunzionamenti e rotture). 

Mentre la sua creatura è ancora solo un sogno nei bozzetti su carta, Tucker continua come sua abitudine a “vendere la pelle dell’orso” a tutti i Media di settore, finchè a Dicembre 1945 (su “Science Illustrated”) ed a Gennaio 1946 (su “PIC Magazine”) non ottiene persino alcuni articoli entusiastici, e da qui ed inizia un suo personale “roadshow”finanziario tra i Venture Capitalist di Detroit finito però nel nulla tra il Riverside Ats Center ed il Detroit Athletic Club: il Michigan ha talmente tanto patrimonio Automobilistico che per regalare una immagine finanziaria interessante alla futura nuova “Tucker Car Corporation” (che nascerà nel Delaware l’8 Luglio del 1946) a Preston occorre uscire e trovare un sito adatto a lavorare ma soprattutto a tal punto scenografico da “abbagliare”potenziali Clienti ed investitori.

Cicero Avenue, il Capannone delle discordie.

Il suo primo socio in affari (Abraham “Abe” H. Karatz, ex avvocato radiato e condannato per truffe finanziarie oltre che obiquo, evidentemente, visto che aveva un altro nome anagrafico: Harold A. Karsten) gli segnala un impianto di Chicago situato al 7401 di Cicero Avenue (a Nord della76° Street e Pulaski Road dove oggi si trova il più grande Centro commerciale chiuso fuori Chicago, il “Ford City Mall”) fornito di ben 19 capannoni nati durante la Guerra per ospitare 30.000 operai dediti a produrre motori di aereo: e dato che la “War Assets Administration” è l’Agenzia Federale incaricata di ricollocare la struttura per attività civili, mentre la”Reconstruction Finance Corp.” ne ha la reale proprietà,come sua abitudine Preston Tucker se ne frega di innescare incidenti diplomatici e tratta molto irritualmente e separatamente con entrambe.

Intanto con il suo Staff occupa da Febbraio 1946 il costosissimo “Blackstone Hotel” (23 piani di lusso a South Michigan Avenue) per incontrare Stampa, investitori, Istituzioni a cui mostra circa 150.000 lettere di potenziali Clienti, Distributori ed Opinion Leaders che già “ansimano” per ottenere e toccare con mano il sogno a quattro ruote Tucker: che in realtà appunto non esiste, visto che la “Coupè Torpedo” disegnata nel 1945 da George Lawson è e resterà irrealizzabile perchè troppo futurista, indefinita e complessa, esistente solo in pochi disegni di stile ed in un modellino 3D (oggi visibile al Peterson Museum di Los Angeles) in scala 1:4 fatto di cera/resina; questo nonostante l’Ingegner Preston sbandieri una ormai prossima produzione a centinaia di pezzi al giorno, ad un prezzo ridicolo e con prestazioni stellari. 

Tutta fantasia e proclami, che però permettono a Tucker di occupare Cicero Avenue da Luglio 1946 e di firmare una lettera di intenti con la “War Assets” nel Settembre dopo, con un accordo chiaro: 5 anni di locazione ed opzione di acquisto per 30 milioni di dollari entro 4 anni e mezzo; canone agevolato di 1 mln. di USD totale per i primi due anni e 2.400.000 USD dal 3° anno; obbligo della Tucker di raccogliere 15 milioni di capitale a garanzia entro Aprile 1947 e saldo del canone 1946 (mezzo mln. di Dollari) al primo Ottobre dello stesso anno. Ma fino al 24 Dicembre 1946 Cicero Avenue è solo una scenografia priva di ogni attività industriale: è infatti stato dimostrato che per rappresentare alle Istituzioni una qualche attività industriale e di test sulla “Coupè Torpedo”, Preston Tucker avrebbe addirittura divulgato foto molto, molto, molto”ritoccate” del modellino cera/resina in scala per farlo sembrare non solo un prototipo in dimensioni reali ma anche marciante su strada!!!

Sotto il disegno, niente!

Mentre tuttavia l’Impianto di “Cicero Avenue” grava già su Tucker per decine di milioni di Dollari da raccogliere in poche settimane, e mentre cominciano le diffide della W.A.A. per morosità e le Banche non accettano di impegnarsi, serve una soluzione immediata che Preston trova a modo suo con questo calendario “dell’Avvento”: a Settembre ed Ottobre 1946 promette alle prime maestranze di operai in protesta un prototipo funzionante entro Natale; nel frattempo fa realizzare dal suo Staff di Designer una storia a fumetti che appare a Dicembre su una collana nazionale diffusissima con protagonista la “Coupè Torpedo”, la quale saluta tutti perchè  George Lawson divorzia da Tucker (con annessa causa che vincerà per compensi pattuiti e non versati) ed alla Vigilia di Natale negli uffici di Tammen & Denison a Detroit l’Ingegner Preston assume urgentemente Alex Tremulis che il 14 Gennaio 1947 dara’ il via industriale alla berlina “48”,quella del film. E da Febbraio 1947, con in mano pochi disegni della nuova “Sedan” e con molte promesse, Tucker contatta 2000 Dealers e Distributori in USA e nel mondo concludendo mandati di Dealership e Franchising in esclusiva e raccogliendo 9 milioni di USD ma anche una indagine della”S.E.C.-Security Exchange Commission” che considera la raccolta illegittima perchè priva di garanzie e piani industriali.

Ed ha ragione, non si può negare….Tuttavia la stessa Commissione autorizza eccezionalmente la Tucker a piazzare ben 20 mln. di USD di azioni dopo la presentazione di un’auto funzionante e vendibile al pubblico: come vedete un altro potere forte, la S.E.C. (dopo la “WAA”) si era mostrata decisamente disponibile ad assecondare le emergenze della Tucker…..

Forse un altro personaggio sarebbe già stato sfrattato da Cicero Avenue, ma Tucker (a mio modestissimo parere) da abilissimo giocoliere era in grado di avanzare tra le debolezze, le ingenuità e la sincera emozione dell’Opinione Pubblica, ed in America lo slogan tipicamenteYankee de “Il Gladiatore” (conquista il Popolo ed avrai Roma”) era un comandamento vero e proprio, per questo Tucker sarebbe intoccabile finchè aveva dalla sua pubblico, Stampa e Stakeholder.

La “48” (o quel che sembra) alla sua prima mondiale!

Ecco perchè la S.E.C. (che evidentemente ne ha ormai abbastanza contro Tucker da averne già sentenziato la condanna capitale) aspetta solo l’occasione per muovere l’attacco, e forse benedice (o per meglio dire, “promuove”…) sia un articolo velenoso di Ned Brooks del 9 Giugno 1947 dove si accusa la W.A.A. di impegnare uno Stabilimento – patrimonio pubblico- a favore di una Impresa che non rispetta scadenze ed impegni, ma che però forte delle strutture del Governo sta raccogliendo liquidità e programmando una “I.P.O” azionaria senza alcuna Garanzia; nonchè le prime accuse radiofoniche del decano giornalistico Drew Pearson che comincia senza mezzi termini di parlare di “fuffa” nell’impresa di Tucker.

L’Ingegner Preston comincia a sentire una lontana eco della “frana” e deve lanciare al più presto la “48” sia per placare l’Opinione Pubblica ed il Governo, che per raccogliere capitali. La prima mondiale a Chigago è nel 19 Giugno del 1947: quel giorno arriva una platea adorante di Dealer e Distributori da tutt’America  che festeggia tra champagne, musica e majorette in minigonna una vettura non funzionante (trainata, issata con la gru, avviata con un motore elettrico esterno, spinta a mano in retromarcia per il malfunzionamento del cambio, ed altre bestialità che non Vi elenco) e persino ai 5.000 visitatori e curiosi vengono chiesti 48 cents a capoccia per girare in trenino lo Stabilimento e sedere dentro l’auto.  Tutto possibile se a farlo è Mr. Preston!

Il debutto mondiale della “48” (o quello che sembrava essere, visto che lo stesso Alex Tremulis ammise in Processo che quell’auto della Kermesse per metà era una vecchia “Oldsmobile”…) permette però a Tucker e soci di iniziare la vendita pubblica di azioni per 20 milioni di Dollari, e non si fanno mancare neppure l’ennesima richiesta di anticipi ai Dealer per i Mandati in esclusiva, oltre al colpo di genio del secolo: vendere ai potenziali Clienti in anticipo liste di accessori, Optional ed allestimenti personalizzati!!! Questo secondo i rilievi della S.E.C., porterà nelle casse della Tucker oltre 25 milioni di Dollari e l’apertura ufficiale di indagini, mentre intanto a Luglio 1947 Tucker salta ancora una volta la scadenza dell’affitto per 500.000 Dollari. 

Tutti gli “attori” in scena della “commedia Tucker” si stanno comunque preparando all’Atto finale dai primi mesi del 1948, e forse Preston più di tutti sa di essere già ai titoli di coda. Nonostante abbia raccolto fondi sufficienti ad avviare una produzione seria lo sviluppo della”48″ passa quasi volutamente tra gli incubi di innovazioni assurde, complicazioni e malfunzionamenti: sono un costosissimo disastro i primi due motori testati (il “Tucker A-589″ed il Lycoming) e poi un  Franklin di Syracuse-New York viene a tal punto stravolto a Chicago da essere diventato un’altra cosa; il gruppo trasmissione della “Cord” (ex Marchio di auto a motore anteriore)  adattato a forza costringe i pochi operai impegnati nel “muletto”a ricercare pezzi dalle Cord finite in demolizione; e cosa dire delle portiere fino al tetto, dei freni adisco, delle cinture e le dotazioni di sicurezza? Ben poco, visti i collaudi di test quasi inesistenti. La catena di montaggio è fatta esclusivamente a mano da circa 2.000 Operai che lavorano a mezzo regime su sole 40 scocche in fila una dietro l’altra, contro le centinaia al giorno promesse da Tucker. 

E continuano le assurdità finanziarie di Preston Tucker che nonostante la nuova liquidità allunga la catena dei “buffi” con tutti i fornitori che gli forniscono opera, tempo e materiali (Hayes Manufacturing, Rohm & Haas, Hoffman Motor Development Company di Detroit, Stewart-Warner, Motorola, Sheller, alcune officine della Cord per adattare la trasmissione, la Libby-Owens-Ford); ma a Marzo 1948 spende quasi 2 mln. di USD per intestare alla sua famiglia l’unica attività redditizia nel corso degli anni, cioè la Franklin Aircooled Motor Inc. rilevata dalla Republic Aviation of Farmingdale di New York e rivenduta ad ottimo prezzo dagli eredi Tucker nel 1961 alla Aero Industries Inc…..Diciamo le cose come stanno: questo è davvero poco onorevole.

AllaTucker “accade il 48!”

Ormai la “S.E.C.” ha un quadro ben preciso delle contestazioni da muovere a Tucker ed attende solo che il Primo Aprile 1948 arrivi il rapporto annuale obbligatorio agli azionisti, trovandolo pieno di false dichiarazioni, ma ad una prima richiesta di analisi dei libri contabili la Tucker non risponde assolutamente; il 28 Maggio 1948 un “Commando” di Ispettori S.E.C. inevitabilmente fa irruzione a Chicago ma la notizia resta segreta fin quando Drew Pearson non pubblica l’indiscrezione dell’inchiesta e dei pesanti capi di indagine. E’ l’innesco della miccia che attendeva Tucker che il 15 Giugno (a pagamento sui principali Quotidiani) pubblica una “Lettera aperta nell’interesse dell’Industria Auto americana” (!!!!!) per denunciare un complotto contro di lui…

E’ anche la miccia che fa detonare la frana, perchè più nessuno nelle Istituzioni difende o sostiene ormai più Preston Tucker di cui Vi traccio in breve l’agenda da Luglio 1948: Tucker licenzia 2.200 operai, ad Agosto la War Assets Admn. assegna alla Kaiser -Frazer un altoforno a Cleveland preferendola alla Tucker, vista l’indagine in corso della S.E.C.; vengono pubblicizzati dei test della “48” ad Indianapolis tra Settembre ed Ottobre per smentire a priori il sospetto che la produzione non sia partita; a Novembre Tucker blocca comunque linee e forniture ed il valore azionario della “Tucker Corp” crolla, e siamo a Gennaio 1949 quando allo Stabilimento vengono posti i sigilli giudiziari ed al fallimento del 3 Marzo: parte  la causa della Federal Securities and Exchange Commission contro Tucker del 4 Ottobre 1949 che muove accuse che vanno dalla frode finanziaria a quella postale fino alle informazioni false verso Investitori e consumatori. Ma è oggettivamente impossibile dimostrare l’intento doloso della truffa anche se le pratiche scorrette denunciate a suo carico erano reali. A Gennaio 1950 il giudizio celebre e noto a tutti è “NOT GUILTY”, e finita la Causa, finita la “Tucker” che rinascerà come “Preston Tucker LLC” ri – fondata dai figli Sean e Mike e promotrice delle nuove fortune collezionistiche del Marchio di famiglia.

Nonostante la mia simpatia per l’uomo e per la sua vicenda, ricordo che la leggenda industriale e la fortuna collezionistica della Tucker riguarda solo 51 auto realizzate e “rivedute e corrette” successivamente: tutto il resto (Owner’s Club, Fondazioni,  memorabilia, Gadgets, eventi, raduni, concorsi) è solo frutto della sovra esposizione mediatica che se fosse capitata anche per le circa 60 Cisitalia, o per le tre Isotta Fraschini, o per le sette “CEMSA F-11” oggi sopravvissute parleremmo di altro. Ed infatti la vicenda della CEMSA “F-11” incrocia quella di Tucker, ma nessuno ne ha mai saputo molto. Recuperiamo questo piccolo “vuoto” in poche righe.

Preston Tucker e l’Italia: il progetto CEMSA

Un piccolo cenno su quella che è di fatto individuabile come l’iniziativa di Preston Tucker universalmente semisconosciuta: il progetto “CEMSA – Caproni F-11”.

La Cemsa era una Impresa aeronautica di forniture militari, ma alla fine della Seconda Guerra il Gruppo Caproni la rilanciò come Marchio automobilistico per approfittare dell’ormai prossimo “boom” del comparto. Per inciso alla Caproni apparteneva anche la “Divina” Isotta Monterosa “8C”, l’altra di tre regine a motore posteriore dell’epoca (insieme a Tatra 601 ed alla Tucker 48) nel mondo.

A progettare una nuova auto CEMSA venne chiamato una delle leggende dell’Ingegneria nazionale, Antonio Fessia che in soli 18 mesi definì la “F-11”: 4 posti, carrozzeria innovativa e monoscocca, 1100 cc. trazione anteriore e grande versatilità.

Prodotta solo in 7 esemplari tra il 1946 ed il 1947,incontrò i sogni “ed i bisogni” di Preston Tucker, a quanto pare dietro alla segnalazione di un suo agente che lavorando anche con Harley Davidson si muoveva spesso per Saronno dove c’era la “Gianetti” già Partner dell’Aquila di Milwakee per cerchi ed accessori.

Dovendo in qualche modo animare gli Impianti di Chicago e avviare liquidità Tucker si propose come partner per la distribuzione in USA e Sud America di iniziali 3500 pezzi della “F-11”: con le stesse modalità promozionali della “48” Tucker fece arrivare nel 1948 un esemplare della vettura a Chicago, ma la vicenda giudiziaria con la S.E.C. ovviamente bloccò ogni prospettiva. Curioso notare che alla data di “fine” della Tucker a Marzo 1949 avveniva la presentazione a Torino della “F-11” che a sua volta,a causa della crisi di tutto il Gruppo Caproni-Isotta Fraschini, rimase un sogno nel cassetto.  Se così non fosse stato, avremmo avuto una bellissima auto italiana a girare nelle strade degli USA e del Sud America. Ammiratela nelle immagini in rete, merita davvero.

Tucker “Talisman”e “Carioca”, il penultimo sogno

Come si racconta nelle diverse biografie, l’epilogo della vita di Tucker è segnato, o meglio “non sarà segnato”da due eventi.

Con il fallimento della Tucker Car Corporation rimane nel limbo il progetto successivo alla“48”, cioè la “Coupè Talisman” disegnata da Alex Tremulis e rimasta in diversi bozzetti visibili anche in Rete. Inoltre l’Ingegner Preston si riaffaccia per qualche mese ad Ypsilanti con la vecchia “Machine & Tool Co.”, unica attività sopravvissuta alla bufera giudiziaria ed al mare di debiti (anche perchè intestata alla madre) con cui Tucker tenta di ripartire con piccoli appalti militari.

Forse la mancanza di prospettive, forse la brutta esperienza vissuta in patria, forse l’amore per l’auto era nato davvero, non si sa: fatto sta che Tucker parte per il Brasile nel 1955 per rilanciare un nuovo progetto automobilistico con la “Tucker Carioca”, una “Kit Car” coupè pensata per fare massimo uso di componenti già prodotte in loco, provenienti addirittura dall’edilizia; vendita in scatola di montaggio per consentire l’assemblaggio presso semplici officine senza dover aprire impianti complessi, facilità di riparazione e possibilità di svolgere gare locali a basso costo. Disegno di Alexis de Sakhnoffsky e disponibilità del Governo brasiliano a consentire a Preston Tucker l’apertura di una Impresa esentasse. Ma a Santo Stefano del 1956 l’Ingegnere perse la sua battaglia contro la malattia, e questo così come la “Coupè Torpedo” di Lawson del 1945 sono diventati dei prototipi in 3D grazie al lavoro dell’Atelier di Rob Ida.

I Miti d’America,quelli che non impressionano l’Europa.

Come ho detto la vicenda di Preston Tucker mi solleva affetto per il suo percorso umano, ma l’ho tratteggiata per come mi è apparsa dopo anni, cioè troppo “mascherata” di buoni propositi per non essere oggetto di revisione. E sono sicuro che Preston Tucker può emozionare gli americani e parte degli Europei così come ancora affascina la storia dell’ingrediente segreto nella Coca Cola.

Ma lasciatemi ricordare solo una cosa: era il 1946 quando Tucker mostrava alle Riviste americane ed al Governo i pochi disegni della “Coupè Torpedo”, e nello stesso anno qui da noi nella povera Italia Enzo Ferrari iniziava a creare la sua“rossa”, il consorzio “Benelli/Beretta/Castelbarco” fondava la sfortunata “BBC1” e purtroppo moriva il “Re”mondiale della bicicletta Edoardo Bianchi; era il 1949 quando Tucker chiudeva i battenti e qui da noi –mentre nasceva la “Iso Rivolta” – si spegnevano le leggende di Cisitalia, quella della Isotta Fraschini, della Cemsa, anche quello della “BBC1” appena detta. Da noi questi si chiamarono fallimenti e ci sono costati nomi leggendari della nostra storia a quattro ruote: negli USA sarebbero stati colpa dei poteri forti ? In ogni caso onore ed affetto per Preston, il sognatore delle quattro ruote. E a tutti Voi, Buone Feste.

Riccardo Bellumori

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