Mercedes e Audi: Stelle d’Argento in Pista e Balene da Rally

La storia alternativa ed irriverente di un confronto tra due Marchi rivali da sempre nelle Gare, che si presentarono nei Rally in una veste davvero alternativa. Un divertente siparietto storico di un modo di vivere le competizioni di quel tempo. Con qualche “ipotesi” misteriosa…

Mercedes ed Audi nei Rally. Erano i tempi incredibili del primo dopoguerra, in Europa si correva il Torneo Grand Prix antesignano della Formula Uno nata nel 1950 – con diversi Marchi Costruttori partecipanti ma con cinque “Top Players” – come oggi si direbbe – a combattere per la vittoria: Bugatti, Mercedes, Alfa Romeo, Maserati, fino a quando nel 1933 non debuttò un vero e proprio terremoto tecnologico e sportivo come la Auto Union, che come tutti sanno aveva nel suo “nocciolo” il marchio Audi tra i quattro fondatori del Gruppo. Da allora e fino all’inizio della Seconda Guerra, a parte un certo antagonismo dell’Alfa Romeo, a confrontarsi lassù in alto c’erano loro, Mercedes ed Auto Union con l’epopea delle “Frecce d’Argento” Mercedes.

In particolare – a dire la verità – le Mercedes di origine nel primo dopoguerra indossavano la livrea nazionale bianca; dopo di che, racconti leggendari a parte, le carrozzerie delle due auto tedesche rivali si abbonarono al colore argenteo dell’alluminio lucidato a specchio.

E però forse pochi pensavano che il confronto tra le storiche “frecce” teutoniche si sarebbe potuto spostare dalle strade rinomate del Gran Premio di Montecarlo o di Monza alle dune di sabbia del Safari Rally o alla neve dei boschi di Svezia e Finlandia. Ed infatti quel fantomatico confronto “si sarebbe potuto” tenere anche nei Rally, tra le antiche e gloriose “Frecce”, se solo non fosse rimasto una sfida a distanza, perchè i due Marchi si sono soltanto sfiorati nei primi anni Ottanta.

Per di più, nel frattempo, entrambe (Mercedes ed Audi) sono accomunate da un curioso parallelo: di essersi presentate nei Rally non con delle”Frecce” ma con due tra le poche “Balene” che abbiano mai calcato le strade del Campionato del Mondo.

Il ritorno della Mercedes nei Rally Internazionali

Dopo la Seconda Guerra mondiale Auto Union(Audi) fu smantellata e di lei rimase solo il Marchio, acquisito insieme alla “DKW” proprio dalla Mercedes. Questa, unica sopravvissuta delle due “Frecce d’Argento” continuò a correre fino al 1955 quando con la tragedia di Le Mans decise di ritirarsi dalle competizioni in veste ufficiale. La Casa della Stella tuttavia rimane in veste “parallela” nel circuito dei Rally:

-Da un lato, acquisendo “DKW” ne guidò la sua Squadra Corse che – non ci crederete – con piccole e bruttarelle automobiline aveva “stravinto” l’Europeo Rally del 1954; e dal 1954 al 1964 vinse più di 100 Titoli nazionali ed internazionali su strada e Pista;

-Dall’altro lato Mercedes stessa offrì supporto esterno ai Clienti privati che si iscrivevano nei Rally internazionali fino dalla metà degli anni ’50. Il modello da combattimento era quasi obbligato, vista la Gamma in commercio: la indistruttibile “220 SE” (generazione W180) che pur essendo la più “piccola” ovviamente rispecchiava le caratteristiche oversize delle Mercedes del tempo, ma all’epoca era abbastanza normale, se andate a vedere le “Ford Galaxy” o le Jaguar del tempo iscritte alle Gare.

Ma quando nel 1978 Mercedes si iscrisse per la prima volta ufficialmente nel Mondiale Rally utilizzando l’unica opzione possibile nella sua Gamma per la omologazione nel vecchio “Gruppo 4” (la Coupè “SLC” con motore V8 da 4.500 cc. e cambio automatico a tre rapporti), quella scelta in Europa rimase pressochè unica nella storia: dal lato “dimensioni” infatti neppure le mastodontiche “Citroen CX” e “SM” oppure le “Opel Commodore GS/E” dell’epoca arrivavano alle misure ed al peso del transatlantico Mercedes; né tantomeno era usuale il Cambio Automatico e quella cubatura del motore, di cui unico alter-ego era solo la Chevrolet Camaro V8.presente nelle Piste europee nel Campionato Turismo del 1980.

Per poter omologare la “SLC” nel Gruppo 4 FIA la Mercedes dovette adeguarsi ad allestimenti e dotazioni presenti nella Gamma di serie, ovviamente. Tuttavia la scelta del Cambio Automatico fu motivata anche da esigenze molto pratiche: con la riduzione quasi totale del servosterzo, per sterzare agevolmente un’auto da 340 Cv e 1320 Kg di cui il 60% sull’asse anteriore, era opportuno per il Pilota tenere tutte e due le mani ben strette sul volante, senza indugiare troppo sulla leva del cambio…

La rinascita dei “Quattro anelli” Audi nei Rally Internazionali

Il Marchio Auto Union – Audi era stato ceduto dalla DKW alla Mercedes nel 1955 – lo abbiamo ricordato poco prima – e dalla Casa della Stella a tre punte arrivò alla Volkswagen nel 1965. Da quel momento, pazientemente, il Gruppo di Wolfsburg ha lavorato per rilanciare Audi nel mercato e nel Motorsport.

Pochi sanno che il debutto mondiale dell’Audi però non è avvenuto nel 1981 con “Audi Quattro” gestita da Audi Sport. Nel 1978 viene creato un provvisorio “Audi Sport Department” che preparò nella fine di quella Stagione una “Audi 80” Gruppo 4 nei Rally in terra tedesca. Operazione quasi anonima, anche perchè serviva più che altro per accumulare dati ed esperienze in Gara per la futura “Quattro” come anonimi rimasero a lungo gli “scout” al volante di questo battesimo: il tedesco Harald Demuth, lo svedese Freddy Kottulinski, gli austriaci Franz Wittmann e Walter Smolej, lo scozzese James Rae. Un “Dream Team” pressochè sconosciuto, fin quando Walter Smolej entra a sua insaputa nella storia per aver ottenuto la prima vittoria di sempre dell’Audi in una competizione ufficiale Rally: è il 25 Marzo del 1979 e siamo al Trifels Rally (gara valida per il campionato nazionale tedesco), a due passi da Wiesbaden e Magonza.

In ogni caso la piccola Audi 80 Gruppo 4 del 1979 fornisce anche i primi 11 punti e la quindicesima posizione nel Mondiale Rally Costruttori nel quale la Casa di Ingolstadt si era iscritta per sondare i suoi terreni di caccia di qualche anno dopo: come noto, dal 1981 sarà tutta un’altra era spaziale per Audi, con la “panzer” Coupè Quattro. In quella stagione 1979, quasi di nascosto nel palcoscenico mondiale, la Stella a tre punte ed i Quattro Anelli tornarono a sfidarsi per la prima volta dopo la Seconda Guerra mondiale, ma molto molto a distanza….

Mercedes ed Audi nei Rally: confronto a distanza tra “Pesi Massimi”

Perchè nel 1979 Audi punta sulla sua “middle Class” 80 per fare le prime esperienze, mentre Mercedes sfida pronostici e leggi fisiche ed agonistiche e lentamente, con la sua “Balena d’Argento”, scala per quanto possibile le vette iridate del Mondiale Rally: con i suoi 4,77 mt. in lunghezza e 1,78 di larghezza (messi a confronto dei 3,98 mt x 1,60 e appena 980 Kg della Ford Escort vincitrice del Titolo Piloti e Costruttori, faceva davvero impressione…) la Coupè di Stoccarda arriva terza al Safari Rally e fa una tripletta storica al Rally Bandama: tra le mulattiere e le dune d’Africa il carrarmato tedesco ovviamente si trova a suo agio, e la Stagione 1979 si chiude con la Mercedes ottava in Classifica Costruttori su 20 Marchi iscritti, e tra questi 20 c’è appunto l’Audi quindicesima in elenco con solo 11 Punti. Guerra tra poveri, direte voi, ma nel frattempo per la Stella a tre punte comunque si trattò di un piazzamento davanti ai “Quattro Anelli”.

Nel 1980 Audi tuttavia ritiene chiuso l’apprendistato nel Mondiale e si ritira in attesa dell’anno dopo, mentre Mercedes fa sul serio: mette al volante delle sue “SLC” i primi due classificati dell’anno prima, Waldegaard e Mikkola.

Con loro due vince di meno ma si piazza più volte e chiude il Mondiale Costruttori ad un insperato e clamoroso quarto posto in classifica, a soli 11 punti dal possibile colpaccio di uno storico Podio. Nel 1981 l’appetito vien mangiando, e Mercedes decide di continuare a comprare Campioni del Mondo compiuti e potenziali : Walter Rohrl e Ari Vatanen.

Ma i due – che hanno davvero intenzione di vincere a livello assoluto – “smontano” le speranze della Mercedes: con quella “SLC” si va forte solo in mezzo alla sabbia, ma su asfalto e neve meglio lasciarla in Garage. Mercedes, a quel punto, lascia in tasca ai suoi due Piloti il ricco ingaggio come liquidazione rapporto, e si ritira. Le solite “malelingue” dell’epoca diranno tuttavia semplicemente che Mercedes nel 1981 non se la sentì di mangiare la polvere di Audi arrivata con un’arma letale sul palcoscenico Iridato: l’Audi “Sport Coupè Quattro”.

Audi Rally: dalla Coupè “Squalo” alla 200 “Balena” per sopravvivere.

Dal 1981 nel Gruppo 4 fino al 1986 con il Gruppo B, la “Quattro” vince 23 Rally su 72 ai quali partecipa. Uno schiacciasassi, decisamente. A questo ruolino di marcia la Mercedes neppure poteva avviocinarsi con il suo mastodonte.

Il problema per l’Audi è la fine del Gruppo B e la rivoluzione della FIA causata dalla tragedia di Toivonen nel Rally di Corsica del 1986. Prima di allora Audi Sport aveva sviluppato – per il futuro e programmato nuovo Gruppo S che sarebbe dovuto partire nel 1988 – la “Sport Quattro S 002”. Il dramma di Toivonen-Cresto spinse la FIA a mettere nel cassetto ogni estremizzazione tecnologica vincolando i Costruttori a mantenere il più possibile una fisionomia ed una “sostenibilità” vicina alla produzione stradale, e dal 1987 elimina il Gruppo B ed ammette al Top solo autovetture omologate nel Gruppo “A” e Gruppo “N”.

In soldoni, significa che dal primo Gennaio 1987 i Costruttori dovettero voltarsi di spalle a scegliere nella loro produzione stradale i modelli più “corsaioli” in grado tuttavia di essere velocemente prodotti in almeno 5000 esemplari seriali affini alla versione da Gara. Se volete divertirvi a sapere quali di questi requisiti rispettavano le auto in Gamma delle “illustri estinte” dal 1987, Vi ricordo che ad esempio la pluricampionessa Peugeot aveva la sola “205 GTI 1.9” e Rover aveva la “SD1 Vitesse” da 3500 cc. : inutile chiedersi perchè non si iscrissero, ed evidente che rispetto alla concorrenza residua la Lancia Delta era davvero un piano sopra a tutte le altre.

E la Audi? Presto detto: per continuare nei Rally in quel 1987 scelse la “200 Quattro”.

Un motivo puramente tecnico per assenza di alternative in Gamma? Forse no, visto che la Casa di Ingolstadt non avrebbe avuto molti problemi a produrre ancora, con la sua forza industriale, almeno 5000 unità della “80 Quattro” 2.2 5 cilindri che dal 1983 al 1985 era stata la prima europea di grande serie a 4 ruote motrici. Eppure Audi scelse di scendere in Pista con una “gemella diversa” della lontana Mercedes “SLC” 450/500.

La “Audi 200 Quattro” era infatti una Ammiraglia 4 porte da 1.250 Kg e dislocamento da catamarano : 4,85 mt x 1,85 mt. Come mai una scelta simile? Ufficialmente non fu detto da nessuno ma io un dubbio lo sollevo, con riferimento ad un “fattaccio” accaduto negli USA l’anno prima, in un mercato strategico per Audi.

Ricordiamo cosa accadde: Audi aveva fatto un boom di vendite dal 1983 con la nuova serie europea “80” e “100” rinominate “4000” e “5000” in America, e le vendite raddoppiarono nel biennio ’84/’85. Purtroppo nel 1986 la National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa) accusò Audi della responsabilità diretta di diversi incidenti causati dalla “5000” con il più tragico accaduto in un garage pubblico in cui una 5000 improvvisamente accelerò senza controllo investendo e uccidendo un  gruppo familiare che in quel momento la circondava, in una comunissima fase di parcheggio.

Da quella inchiesta Audi e la “5000” uscirono con vendite decimate e disdette milionarie di ordini.

Forse, alla base di una scelta agonisticamente assurda per l’epoca ci fu una motivazione commerciale e politica ben definita, per risollevare l’immagine della “5000”?

Forse. Fatto sta che l’ultima “Balena da Rally” di tutti i tempi (dopo la “cugina” Mercedes “SLC”) chiuse la sua breve esperienza nel mondiale Rally con un bottino tutto sommato rispettabile: avendo al volante ben due Campioni del Mondo (Rohrl e Mikkola) la “200 Quattro” vince il solito Safari (doppietta) ed arriva terza in Grecia e sorprende con il terzo posto al Montecarlo.

Audi chiude la Classifica Costruttori 1987 da vice Campione. Ma dopo il 1988, sostituita dalla “90” e dalla “Coupè Sport”, la “200 Quattro” chiude temporaneamente l’epopea di Audi nei Rally.

Per la Casa dei Quattro Anelli è il momento di sfidare Mercedes, Alfa Romeo (e BMW) nelle Piste del Turismo. E la berlinona 200 si ritaglia un posto nella storia per essere stata l’ultimo transatlantico dopo la Mercedes a vincere un Rally mondiale.

Il gemellaggio “Stella a tre Punte” e “Quattro Anelli” dovrà forse attendere il prossimo Mondiale di F1 2026 per vedere di nuovo un confronto tra le Stelle d’Argento, ma almeno la sfida tra le Balene tedesche nei Rally è finito in parità. Giustizia sportiva fu fatta !

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