Finito nel calderone delle trasformazioni aziendali del mondo Automotive della sua nascita fino alla sua fine negli anni ’80, il Marchio anglo-francese fu chiuso ufficialmente da PSA 25 anni fa. In realtà la produzione di auto fu chiusa dieci anni prima. Nonostante questo la Talbot segna alcune date importanti nel mondo dell’auto.Ripercorriamo la sua vicenda.
Talbot Storia – Questo Post è dedicato a Sandro & Mauro, due miei grandi amici (a loro insaputa) che regalano ai tanti che li seguono momenti unici e divertenti: un giorno ascoltai un loro simpatico siparietto sulla Talbot Tagora, e da questo parte un Post che raccolta quello che non si conosce del Marchio anglo-francese.
Perché già dalla nascita la “Casa della T” sfoggia subito bei quarti di nobiltà: la “Clement-Talbot Limited” viene costituita a Londra nel 1902 con Sede in una bellissima palazzina a Barlby Road tra la Great Western Railway e le terrazze del quartiere reale del North Kensington: la palazzina dirigenziale fu progettata da William Walker T. che tanto per capirci con l’Equitable Buildings nel 1872 creò uno dei primi palazzi con facciata in ghisa, ed ha tra le altre cose disegnato il Music Hall a Danielson nel Connecticut (sede della First National Bank).
Ben vegliata dalla Chiesa anglicana in stile romanico di “St. Michael and all Angels in the road” la Sede industriale della Talbot poteva accogliere uffici e Stabilimenti per quasi 2000 persone su tre piani. A tanta nobiltà si contrapponeva la sede parallela trasferita in Francia nel 1903 per mano di Monsier Clement. Perché il materiale tecnico era francese ma i capitali erano dell’Inglese Lord Talbot, tanto che il marchio di fabbrica della Talbot delle origini è l’antico stemma araldico della Casata, drappo rosso ed un leone in primo piano. E che razza di Lord il Maggiore Charles Henry Chetwynd-Talbot : altro che “prof,dott,cav, ing. lup .mann”.
Il ventesimo Conte di Shrewsbury e di Waterford, quinto figlio del capostipite che fu già Cavaliere dell’Illustrissimo Ordine di San Patrizio e luogotenente d’Irlanda nella metà dell’800 (“Eeee…..sceeertoooo !!!” direbbe uno dei due miei amici!) era soprattutto un capitano di industria che proveniva dal mondo dei taxi a cavallo “Shrewbury&Talbot”, oltre ad avere fabbriche di pneumatici (fu il primo importatore di Michelin nel Regno Unito), cabine per le prime auto del tempo, bici, etc. etc. E persino le sedi di vendita delle Clement-Talbot erano di proprietà del Lord, a Long Acre Street (strada commerciale di Westminster che nell’arco di un secolo passa da Via dove si insediano tutte le compagnie di Taxi a vetrina per le Concessionarie di Auto: qui nel 1908 lo Showroom di Talbot si trovò fianco a fianco quello di Austin Motors al numero 134, e a quelli di Mercedes, Daimler e Fiat tra i numeri 127 e 160).
Lord Talbot & Monsier Clement: Dio li fa (incasinati) e poi li accoppia?
Lord Talbot incrocia dunque Monsier Clement dal 1901 quando viene nominato presidente della Rotschild & Son Limited che fabbrica carrozze per conto del francese. Nel frattempo Adolphe Clement era già passato dalle bici alle auto con ben due Marchi : la Clement-Bayard e la Clement-Gladiator che costruiva su licenza le Darracq. Per dissidi con quest’ultima Clement lascia laGladiator ed apre appunto in Inghilterra una sede con Talbot. Per non farsi mancare ancora un po’ di complicazione le medesime auto della coppia franco-inglese sono marchiate Talbot in Gran Bretagna e Clement in Francia , ma la Gladiator ha appena fatto causa a Clement e lo obbliga a rimarchiare le sue auto con la sigla Bayard.
Per fare due conti, appena incontrati già Lord Talbot e Monsier Clement mettono insieme una decina di avventure imprenditoriali e di Marchi fondati, trasformati, abbandonati. Oltre a questo la coppia mette insieme due maxi cause giudiziarie: Clement citato dalla Gladiator e Lord Talbot dalla Dunlop contro l’importazione delle gomme Michelin…Insomma, davvero un buon inizio, vista la confusione che regnerà sotto il cielo della Talbot lungo la sua vita!
1905-1978: in 73 anni, più passaggi e Carte bollate che auto, per la Talbot
Dopo la Prima Guerra mondiale arriva il primo crollo, Talbot viene comprata da Darracq insieme alla Sumbeam (la prima auto inglese a vincere una Gara internazionale): da qui riparte un nuovo impasto industriale, la “STD –Talbot/Sumbeam/Darracq” nel quale il primo azionista della Talbot ora è un ristoratore, tale Auguste Oddenino (proprietario dell’Imperial Restaurant presso Regent Street a Westminster oltre che tesoriere dell’Associazione “pro-Italia” a Londra).
Altra crisi nel 1930 ed altra ridenominazione: Talbot – Sumbeam viene rilevata dal Gruppo Rootes per la parte inglese e chiude temporaneamente la Talbot; mentre la parte francese viene rinominata Talbot-Lago dopo l’acquisto del ramo di Impresa da parte dell’Ingegner Antonio Franco Lago (tra i primi 50 membri fondatori del Partito Fascista, su ispirazione di Gabriele D’Annunzio va in Inghilterra a rappresentare l’Isotta Fraschini; nel 1932 entra nella STD Talbot che acquisisce nel 1936)
Altri passaggi di mano nel 1958, ma tanto ormai in fabbrica ci erano abituati: quell’anno la Simca compra la Talbot-Lago in Francia e la Chrysler USAcompra la Sumbeam-Rootes in Inghilterra e contemporaneamente la Simca in Francia: nasce così l’ennesimo gruppo, la Chrysler Europe con Simca/Rootes/Sumbeam/Talbot. Se non vi siete persi fino a qui e non avete mal di testa, Vi chiedo un ultimo sforzo: siamo all’ultimo passaggio. Sino a qui la storia della Talbot ha prodotto più Fogli protocollo e marche bollate che auto, ve ne do atto.
Ma ormai ci siamo, abbiate un po’ di pazienza: nel 1978 Peugeot compra “tutto il cucuzzaro” di Chrysler Europe e fa rinascere il Marchio Talbot. Volete sapere come? Semplicemente rimarchiando con questo la produzione Sumbeam/ Simca/Chrysler già esistente.
Roba da far impallidire analoghe e successive operazioni di Fiat che con la Innocenti smaltì le “Duna” e le “Uno” rimarchiate, o della stessa Lancia che anni dopo si mise a vendere Chrysler rimarchiate………E anche in questo caso l’operazione fu geniale, visti i risultati: dal 1978 la Gamma Talbot è a tal punto espressione di un “minestrone automobilistico” unico al mondo, da poter vantare sotto lo stesso Stemma una serie di auto che non c’entravano nulla l’una con l’altra.
Infatti, tra il 1978 ed il 1983 dentro lo stesso autosalone – utilizzando un Atlante storico ed una Bussola – un povero compratore della rinata Talbot poteva trovare fianco a fianco tra loro le antidiluviane Simca 1100 e 1510; le assurde Matra Ranch e Murena, l’auto dell’Anno Chrysler Horizon, la strana sportiva Sumbeam, e le nuove Solara/Tagora/Samba.
Tutto quel che il Marketing a quel tempo insegnava a non fare venne sperimentato da qualche manager folle insediato dentro PSA Peugeot; le vendite si riducono così a cifre buone per un omeopata, e per questo le stesse leggi del Marketing chiudono nel 1987 la produzione di auto dopo le ultime Horizon vendute in Spagna e Finlandia: la “T” del Marchio Talbot finisce invece di esistere per sempre nel 1993 dopo la vendita dell’ultimo Furgone “Express” che era già stato un Talento appena rimarchiato da Fiat a Peugeot.
Finisce la storia in Francia, finisce la storia nel Regno Unito
Contemporaneamente, ma quasi per coincidenza e non per eventi legati OltreManica la storica Sede di Talbot a Barlby Road, (ridenominata Ladbroke Grove ed oggi la strada del Carnevale di Notting Hill) era stata utilizzata e poi abbandonata dalla Concessionaria di auto Warwick Wright. Nel 1993 la struttura dei Capannoni industriali dietro la facciata della Palazzina è stata demolita. Oggi se volete respirare un po’ della storia Talbot potete prenotare un evento nel riqualificato “Sumbeam Studios”…E dell’Imperial Restaurant del mitico Oddenino che ne è stato? Beh, segno ancora una volta dei tempi. Da ristorante la storica location di Regent Street 60-62 si è trasformata in una Boutique di moda, la “Pringle of Scotland”. Consoliamoci, se ricordiamo che qui da noi in Italia i cinema storici sono diventati Sale Bingo…..
Talbot: una storia di record che non ti aspetti
Talbot: la prima auto della storia a toccare le 100 Miglia all’ora nel 1913 all’ippodromo di Brooklands. Talbot, il Marchio della “BGH 23″, la prima auto usata sia per correre su pista, sui Rally in terra battuta, dopo essere stata usata la settimana per il lavoro. Così come Talbot è il primo marchio francese presente in F1 nelle due prime edizioni 1950/1951. Per poi apparire solo come Sponsor della Ligier nel 1981/1982. Sul versante sportivo, però, ricordiamo che la Talbot è l’ultimo Costruttore di sempre a vincere un Titolo nel vecchio Gruppo 4 dei Rally internazionali nel 1981 prima che la Federazione Internazionale – la FIA – cambi regolamenti e Classi di iscrizione agonistica. Questi i record internazionali, insieme a tutti quelli a livello locale.
Senza dimenticare l’ultima sportiva di sempre per questo Marchio, la “Samba Rally” Gruppo B del 1983: 1300 cc. con 136 Cavalli per poco più di 685 Kg. di peso a vuoto in assetto Gara: non poco, per l’epoca.
E con questa belvetta la Talbot vince per la sua ultima volta di sempre, nella “Hill Climb” delle Asturie nel 1985. Dunque, cari amici Sandro e Mauro, non solo Tagora, per la Talbot.
Ma come tante altre storie che si muovono sotto il cielo di Francia per il settore auto, anche per questo Marchio glorioso il prezzo da pagare fu una confusione assurda: ma in francese il termine “confusion” non significa solo “disorder” ma anche “comunanza”. E nel casino i francesi si riconoscono spesso meglio dei cugini italiani. Soprattutto, come noi italiani, i francesi non imparano mai nulla dalla loro stessa storia.
Riccardo Bellumori