Dal Dieselgate in poi il Gasolio è il capro espiatorio del declino del mondo Automotive. Eppure pochi ricordano quanto questo motore ha regalato non solo agli Automobilisti ma soprattutto alle Imprese ed allo Sport agonistico. Una serie di date ed anniversari per riflettere: davvero senza il Diesel il mercato Auto sarà migliore?
La storia del Diesel – Record, o “Rekord”: in effetti, fino alla fine del 1960 in Europa i modelli di auto Diesel si contavano sulle dita di una mano: Peugeot e Mercedes in testa, e la Perkins che equipaggiava soprattutto i “Black Cab” inglesi. Ma dopo la crisi energetica della fine degli anni ’60, possiamo dire che una delle prime auto a diffondere in Europa il motore a Gasolio fu proprio la pacifica Ammiraglia della Opel, che nel 1972 lanciò a sorpresa la versione “Rekord 2.1D” con l’architettura CIH Four – il primo Diesel di Russelsheim – da 60 Cv a 4400 g/min.
La berlinona fu un BestDieselgate FCA: multa da 300 milioni negli Usa Seller anche e soprattutto nella versione “Estate” cioè SW, e fece da apripista per le altre Case.
Anni ’70 e crisi energetica, chi “non beve” viaggia in Diesel
In meno di cinque anni dopo la Rekord si moltiplica l’offerta di versioni a Gasolio per combattere il costo della benzina.
Un esempio? Dopo la “403” e “204” Peugeot lancia la “504” con un 2100 cc da 65 Cv, la Citroen equipaggia l’Ammiraglia “CX” con un 2200 D da 67 Cv nel 1975. Persino la sportivissima Alfa Romeo nel 1977 deve dotare la “Giulia” di un Perkins 1700 cc a Gasolio, mentre Fiat risponde l’anno dopo con la “132” 2000 e 2500 Diesel. Ford rimane un poco alla finestra, ma nel 1979 anche la “Granada” viene equipaggiata da due unità a Gasolio di matrice Peugeot : 1.900 cc. da 54 Cv e 2200 cc. da 63 Cv. Volvo invece rientra tra le “Premium” best seller nel 1979 proprio con le “244” e “245” che adottano il 6 cilindri Volkswagen da 2.4 lt. e 82 Cv.
Ed anche la prima “vittima” del Dieselgate – VW appunto – equipaggia per prima la “Golf” nel 1976 con il 1.5 lt. da 50 Cv, motore che poi entrerà nel cofano della più grande Passat nel 1978. La cugina “Audi 100” si doterà nel 1978 di un 2000 cc. da 70 Cv. Ed in Giappone? La prima Toyota Crown Diesel 1.500 cc. È del 1955; mentre Isuzu, un Player generalista globale, già nel 1986 conta 3 milioni di pezzi prodotti in tutto il mondo, ma l’invasione giapponese in Europa deve attendere ancora un poco, sotto il segno dei Pick Up e dei primi “SUV”.
Il Turbo “mette le ali” al Diesel
Se la prima crisi energetica avvia la “gasolizzazione” delle auto private, la seconda crisi del 1979 si associa al Turbodiesel, ed esplode un fenomeno industriale.
In Europa per prima è stata la Peugeot a proporre nel 1979 il Turbodiesel sulla “604 TD”, 2300 cc. da 78 Cv; mentre negli Stati Uniti viene presentata la Mercedes “300 TD” (2998 cc. e 125 Hp).
Nel 1982 “Audi 80” e “Passat” montano il 1.6 lt. TD da 70 Cv, l’anno dopo sarà l’Audi “100 C3” a indossare il 2000 cc. da 87 Cv. Ancora una volta l’Italia non sta a guardare: “VM” di Cento produce nel 1983 un ottimo Turbodiesel “VM” da 2400 cc. per Alfa Romeo “Alfa 6” e Rover “SD1”; mentre Fiat risponde con la “Argenta TD” da 2500 cc. e 90 Cv. e nel frattempo ha già lanciato il piu’ piccolo Diesel al mondo con la “127 D” da 1300 cc. cui risponderà addirittura Innocenti – De Tomaso con la piccola 3 cilindri 1.0 D motorizzata Dahiatsu.
Renault, come spesso accade, fa storia a sé: dopo aver esordito con il primo Diesel aspirato nel 1979 sulla “20 GTD” da 2100 cc. e 64 Cv, lancia nel 1891 il Turbo con l’ammiraglia “30 TD” da 85 Cv. Con lo stesso motore, potenziato, proprio 40 anni fa, nasce la prima Coupè sportiva 2 porte al mondo (la Fuego TD) a montare un motore a Gasolio in assoluto.
La “Volvo Serie 700” diventa un benchmark di mercato dal 1983 con la sua Turbodiesel; a questo punto anche le più “resistenti” BMW e Ford devono convertirsi. La prima auto a Gasolio bavarese è la Turbodiesel “524” del 1983 – 2400 cc. 115 Cv – mentre la Ford di Colonia resiste fino al 1990 prima di adottare piattaforme PSA Turbodiesel per la “Sierra” – 1800 cc. 75 Cv. – e la “Scorpio” – 2,5 lt. -, nel mentre tuttavia – come anticipato – a fare da volano incredibile per la proliferazione dei Diesel e Turbodiesel in genere iniziano “loro”: i primordiali “SUV” ovvero “Fuoristrada” dell’epoca, in primis le giapponesi con motori Toyota ed Isuzu: Nissan Patrol, Toyota Land Cruiser, Mitsubishi Pajero, oltre alle Land e Range Rover inglesi. Merito anche della passerella alla Parigi Dakar dove per la prima volta, nel 1987, una Nissan Patrol TD entra nei primi 10.Un grande passo per la evoluzione del Diesel, non ci crederete, parte però ancora una volta dall’Italia.
Da Mirafiori alle stelle: Iniezione Diretta e Common Rail
La classica e vecchia architettura Diesel e Turbo con Iniezione indiretta e precamera – collaudatissima ma fonte di sprechi, dispersione energetica, rumorosità e pessima combustione – viene superata per la prima volta grazie all’Italia, ed in particolare alla Fiat che nel 1988 lancia sul mercato la “Croma TD” 2.000 cc. ad Iniezione Diretta. Il risultato di una sperimentazione iniziata ben 13 anni prima, che rende merito alla ricerca nazionale in tema, ed un risultato tangibile “testato su strada” realmente: 92 Cv. (limite da motore tradizionale con almeno 500 cc. in più) e consumi da 15 Km./lt. su ciclo misto e persino di 25 Km/l entro i 90 Km./h di velocità costante. La storia del “Common Rail” invece è analogamente italiana ma con un epilogo meno trionfale. Il Common Rail nasce tra il 1987 ed il 1990 nel triangolo industriale tra Torino Mirafiori (Fiat), Torino – Orbassano (Magneti Marelli), e Bari (Elasis). In particolare a Bari nasce il cuore del sistema (Iniettore, Pompa ad alta pressione e regolatore di pressione) mentre Torino si occupa di sviluppare l’architettura elettronica di gestione.
Il “dopo” è cosa nota: su pressioni Mercedes il brevetto del Common Rail viene ceduto dopo il 1990 alla Bosch, che ne fa un fenomeno commerciale storico. Da allora un altro passaggio industriale importante è stata l’adozione diffusa del filtro “FAP” inaugurato da Peugeot, ma l’evoluzione più importante dalla metà degli anni ’90 fino al Dieselgate è stata la moltiplicazione di J.V. e condivisione di piattaforme industriali per la diffusione capillare di motori Turbodiesel su ogni tipologia di vettura, dalle City Car con cilindrate da 1300cc. fino alle Maxi ammiraglie.
Senza dimenticare, prima del Dieselgate, tre ultime date storiche da celebrare e segnare sui calendari: Jaguar, Porsche e Bentley, tra gli ultimi Brand industriali al mondo rimasti ancora estranei al Gasolio, si “convertono” per la prima volta: Jaguar nel 2003, Porsche nel 2008 e la Bentley Bentayga nel 2017.
Dall’originario brevetto di Rudolf Diesel del 1892 che cercava solo un modo per bruciare senza scintilla combustibili diversi – partendo dall’olio di semi di arachidi (!!!!!) – passando per la prima pompa Bosch del 1927, al primo “Diesel veloce”della Perkins nel 1932, arriviamo lungo 114 anni alla vittoria a Le Mans dell’Audi nel 2006. Questo è il percorso storico del mondo che a furia di editti ambientalisti si vuole cancellare…..Sarà davvero un mondo migliore???