Auto connessa, e-commerce, guida autonoma, digitalizzazione: l’agenda dell’auto di un futuro che ha già tanta storia dietro di sé. Nei decenni, o addirittura secoli, scorsi il mondo dell’auto ha già testato alcune delle soluzioni che oggi sembrano discriminanti. Vediamo in rapida rassegna alcune soluzioni pioniere dell’epoca moderna.
Le prime auto con l’elettronica – La storia dell’auto “per tutti” parte da tre date: nel 1881 a Parigi gira per la prima volta un triciclo elettrico guidato da Gustave Trouvè; nel 1886 la Casa automobilistica Benz & Cie presenta la Patent Motorwagen, la prima vettura a motore a scoppio della storia. E’ meno certa la datazione del primo “Car Dealer” della storia, che dovrebbe essere la Reading Automotive Co. nel 1898. Più sicuro che la prima rivendita professionale di auto in Usa è la Dureya Motor Wagon Comp. a partire dal 1896. Da quelle date si muove un percorso di “avvicinamento” delle quattro ruote alla tecnologia “di conforto” intesa con questo termine l’elettronica e la telematica.
Il Telefono in auto: storia secolare
Secondo una ricerca di “Wired” fu Lars Magnus Ericsson a far debuttare nel 1910 un telefono in auto, che tuttavia funzionava “da fermo”, visto che per comunicare aveva bisogno di connettersi attraverso antenne in prossimità delle linee telefoniche di strada. Nel dopoguerra tuttavia in America furono installate le prime Torri per telefonia cellulare e questo ha portato ad alcune installazioni su auto private. Da un link di Youtube si racconta la storia del sistema MTS di Bell nel 1946, la cui evoluzione ha poi portato – dalla fine degli anni ’60 – in auge servizi come Autoradiopuhelin o la rete Car Radiophone con il protocollo “Zero G” nel quale tuttavia il telefono era fisso in auto poiché alimentato dalla batteria dell’auto.
Con il protocollo “1G” nasce nel 1982 Nordic Mobile Telephone, il cosidetto “telefono a valigia” portatile. Con la Rete NMT e nel resto d’Europa la Rete TACS, a quel punto da allora comincia una storia che è un poco più nota a tutti. Con alcune “milestones” come quella di GM che nel 1996 equipaggia le Cadillac con OneStar, un sistema di Motorola utile ad attivare chiamate di emergenza da rete cellulare in caso di incidenti.
L’alba della Guida assistita: Chrysler Imperial – 1955
Negli anni ‘50 nasce il primo dispositivo basilare di assistenza alla guida: la Chrysler Imperial presenta dal 1956 una soluzione basata sul brevetto “Speedostat” del 1950, nel quale un selettore di velocità calettato sulla trasmissione del motore permetteva di determinare la velocità di crociera, raggiunta la quale un servocomando spingeva indietro il pedale dell’acceleratore.
Da allora i dispositivi di c.d. “Guida Autonoma” si sono evoluti e diffusi nell’industria dell’auto.
In realtà, molto prima dell’arrivo nelle auto di serie dei dispositivi “ADAS”, la sperimentazione di soluzioni di “guida autonoma” parte il secolo scorso: nel 1925 ad esempio Houdina Radio Control fece fare qualche Km. nelle strade di New York alla “Linnrican Wonder”, cioè una Chandler radiocomandata – attraverso una vistosa antenna – da operatori posti su altre auto circostanti. Così come il “Futurama” dell’Expo di New York del 1939 prefigurò una rete di veicoli radio controllati attraverso campi elettromagnetici cittadini. Fu poi la General Motors nel 1956 a sviluppare sulla “Firebird II” un sensore capace di seguire i segnali direzionali di una serie di cablaggi impiantati nelle carreggiate di autostrade speciali.
A fare da detonatore in Europa per le tecnologia di “Guida Autonoma” invece rimane l’iniziativa Eureka Prometheus del 1987, il più grande progetto di ricerca e sviluppo della storia nel campo delle auto senza conducente.
Le prime interfacce “futuristiche” in auto: Aston Lagonda e “auto parlanti”
La Serie II della “Aston Martin” Lagonda è stata allo stesso tempo il paradiso e l’incubo dell’elettronica totale in auto. La Lagonda è stata la prima auto di serie ad adottare un cruscotto digitale con pulsanti a sfioramento per la gestione delle funzionalità dell’auto. In realtà il sistema fu un disastro a causa della complessità, se pensate alla serie di funzionalità gestite: contachilometri e contagiri digitali, apertura cofano, clacson, servosterzo, regolazione sedili con memorizzazione, alzacristalli, addirittura un sintetizzatore vocale nel 1984 e il Display Head-up. Peccato che il sistema andasse più spesso il tilt di quanto funzionasse bene.
Renault ed Austin invece si proposero con le prime “auto parlanti” della storia: la “Austin Maestro MG” del 1982 e la “Renault 11 Electronic” del 1983.
Da Fiat la prima auto venduta sul Web e le prima elettriche
Nemo profeta in patriae: siamo sempre pronti a lanciare critiche al mondo Fiat ed alla sua storia. Ma nessuno ricorda i meriti di Fiat in due innovazioni molto importanti : Fiat Panda Elettra è stata la prima auto “BEV” di grande serie del Dopoguerra proposta con allestimento 100% elettrico dalla Casamadre (il precedente della Chrysler ETV-1 non può essere considerata una produzione di serie ma più un test di prova per la produzione stradale di auto di larga serie).
In più nel 1999 la Fiat lanciò una iniziativa – la prima organizzata da un Costruttore sulla sua propria gamma – di vendita sul Web della “Barchetta”, con una serie speciale ed un Webasite dedicato.
Ma non dimentichiamo la grande vocazione di Fiat per la sperimentazione e la ricerca: nel 1979 – in tema di elettriche ed Ibride – Fiat presenta a Detroit un prototipo di “131 Ibrida” dove ad un motore preso dalla 127 viene associato un motore elettrico che in realtà non assiste le ruote anteriori ma si collega al differenziale in presa diretta. Sempre Fiat presentò nel 2001 la Seicento Elettra H2 Fuel Cell, con celle a combustibile collegate in serie.