Alla fine dello scorso anno, Lexus ha presentato una serie di prototipi elettrici come anteprima della sua futura gamma a emissioni zero (l’azienda premium di Toyota diventerà 100% elettrica in Cina, Stati Uniti ed Europa nel 2035). Il modello che ha suscitato maggiore interesse tra il pubblico è stato senza dubbio la suggestiva Lexus Electrified Sport, una supercar concepita come erede della ricordata LFA.
Questa elegantissima biposto, il cui arrivo sul mercato avverrà a metà del decennio, presenterà diverse novità che la renderanno una delle auto più desiderate sulla scena internazionale: dovrebbe essere il primo modello del gruppo giapponese a montare batterie a elettroliti solidi, una tecnologia su cui Toyota sta lavorando da anni.
Ciò le consentirà di offrire un’autonomia di 700 km (al momento non è stato reso noto in base a quale ciclo di omologazione sia stata calcolata questa stima). Le batterie a elettroliti solidi di Toyota non solo saranno caratterizzate da un’elevata densità energetica, ma dovrebbero anche consentire alla nuova Lexus “LFA” di offrire tempi di ricarica molto competitivi.
LEXUS LFA REGINA DELLE SPORTIVE
Le prestazioni della nuova Lexus LFA saranno davvero sorprendenti, dato che sarà in grado di completare lo scatto da 0 a 100 km/h in soli 2 secondi, collocandosi nella stessa categoria della Tesla Roadster di seconda generazione. Il suo telaio, sviluppato in collaborazione con Mazda, proverrà direttamente dal mondo delle competizioni.
Lexus LFA elettrica porterà al debutto anche un simulatore di cambio manuale, una tecnologia il cui brevetto è trapelato all’inizio dell’anno. Koji Sato, presidente di Lexus, ha confermato questo punto durante una recente intervista con il media britannico Top Gear.
“Le specifiche sono ovviamente importanti, ma voglio che questa vettura sia un alone, una vetrina per il futuro della dinamica di guida Lexus, per esprimere la firma di guida complessiva di Lexus. La risposta del veicolo è uno dei vantaggi del motore elettrico, la coppia improvvisa è un carattere unico di un’auto elettrica: il conducente può aspettarsi una reazione più rapida all’input da esso”.
Sato spiega che il cambio manuale simulato via software è attualmente in fase di studio, ma tutto lascia pensare che non sia ancora stato dato il via libera. “È un mio hobby, una follia. Sto cercando un compromesso migliore, anche in un’auto elettrica, voglio un altro collegamento tra l’auto e il guidatore. Non si tratta solo di efficienza. Amo le auto e voglio qualcosa di diverso”.