Hertz dichiara il fallimento in Usa e Canada

L’azienda di autonoleggio Hertz Global Holdings Inc ha dichiarato il fallimento. Il colosso del noleggio auto, che ha più di un secolo di storia sulle spalle, si è arresa visto l’esito negativo dei colloqui con i creditori.

Come riportato da Reuters, il consiglio di amministrazione di Hertz ha depositato i documenti al tribunale fallimentare statunitense del Delaware, e ha chiesto la protezione del Chapter 11. Le operazioni in Europa, Australia e Nuova Zelanda, non sono state incluse nel procedimento statunitense.

L’azienda, il cui maggiore azionista è l’investitore miliardario Carl Icahn, con una quota di proprietà di quasi il 39%, è la prima vittima illustre del Covid-19. Una gran parte delle entrate della Hertz proviene dal noleggio di auto negli aeroporti oggi praticamente fermi in tutto il mondo.

Con quasi 19 miliardi di dollari di debiti e circa 38.000 dipendenti in tutto il mondo alla fine del 2019, Hertz è tra le più grandi aziende del settore.

Le compagnie aeree statunitensi hanno finora evitato evitato il fallimento dopo aver ricevuto miliardi di dollari di aiuti governativi, una strada che Hertz ha esplorato senza successo.

Gli accordi di tolleranza e di rinuncia sui mancati pagamenti sono scaduti il 22 maggio ed Hertz si trova in cassa “solo” 1 miliardo di dollari in contanti.

Le dimensioni degli obblighi di leasing della Hertz sono aumentati man mano che il valore dei veicoli è diminuito a causa della pandemia. Nel tentativo di evitare il fallimento, Hertz aveva proposto di vendere più di 30.000 auto al mese fino alla fine dell’anno nel tentativo di raccogliere circa 5 miliardi di dollari.

Il 16 maggio scorso il consiglio di amministrazione di Herzt ha nominato Paul Stone nuovo Ceo al posto dell’uscente Kathryn Marinello. Nei mesi scorsi Hertz ha già licenziato circa 10.000 dipendenti.

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