La Cina riaccende le fabbriche, riparte l’Inquinamento

La scorsa settimana, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato un’animazione che mostra la riduzione dei livelli di emissione di biossido di azoto (NO2) nel Nord Italia. L’ESA descrive l’NO2 come “un gas nocivo emesso da centrali elettriche, automobili e fabbriche”.

Le reazioni chimiche tra tali ossidi e altri elementi nell’aria creano ozono e il particolato che si trasforma in inquinamento atmosferico visibile. I dati del satellite Sentinel-5P della rete CAMS di Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) hanno mostrato, dal 1° gennaio all’11 marzo, che i blocchi in Italia hanno ridotto drasticamente i livelli di NO2 nella Pianura Padana. L’ESA ha effettuato le stesse misurazioni in Cina, mostrando un calo delle emissioni dallo scorso dicembre all’inizio di marzo.

Un centro di ricerca in Finlandia ha dichiarato che le emissioni di CO2 della Cina sono diminuite di circa 200 milioni di tonnellate solo in febbraio, circa la metà di quanto la Gran Bretagna rilascia in un anno. Tuttavia, mentre la Cina si sta riprendendo e la sua industria si sta ripartendo.

Dal 20 dicembre all’inizio di marzo, le immagini hanno mostrato un calo del 20%-30% del particolato in tutta la Cina. Evidente il calo a Wuhan, l’epicentro del focolaio di coronavirus. Il calo è stato più pronunciato a partire dalla metà gennaio fino alla fine di febbraio, colpendo il 40% sulle principali città, dopo che la Cina ha adottato le misure più severe per contenere l’epidemia.

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