Lo scandalo dieselgate continua a colpire Volkswagen. Il governo canadese ha imputato la casa automobilistica per 60 capi di accusa relativi alla violazione del Canadian Environmental Protection Act del 1999.
Ben 58 accuse sono relative all’importazione illecita, da parte di Volkswagen, di quasi 128.000 veicoli che non erano conformi alle norme sulle emissioni. Le restanti due imputazioni riguardano la fornitura di informazioni fuorvianti ai clienti. I fatti si sono svolti tra gennaio 2008 e dicembre 2015.
Le accuse derivano da un’indagine condotta da Environment and Climate Change Canada e si sono concentrate sull’uso da parte di Volkswagen di software illegali nei veicoli diesel. Questi dispositivi hanno permesso ai modelli di apparire conformi agli standard sulle emissioni durante i test ma, durante il normale funzionamento, tali standard sono venivano affatto rispettati.
Il governo canadese ha affermato che: “Gli agenti delle forze dell’ordine hanno condotto un’indagine molto completa, approfondita e meticolosa”. Il governo ha continuato dicendo di aver raccolto una “straordinaria quantità di prove e informazioni”.
Alla fine di questa settimana Volkswagen dovrà comparire davanti alla Corte di giustizia dell’Ontario e forse anche affrontare una multa enorme.
I NUMERI DEL DIESELGATE
Non è chiaro il motivo per cui il governo canadese ha impiegato così tanto tempo per raccogliere prove contro VW. Lo scandalo dieselgate è partito nel 2015 quando un dipendente, in “diretta violazione delle istruzioni dei suoi superiori”, ha rivelato che i motori 2.0 TDI stavano usando dispositivi fuori legge per falsificare le emissioni.
Fino ad oggi il dieselgate ha portato al richiamo di 11 milioni di veicoli nel mondo e ad un contro tra multe, spese legali e riparazioni di 30 miliardi di euro.