I pubblici ministeri tedeschi della città di Braunschweig hanno accusato Herbert Diess, CEO del Gruppo Volkswagen, di aver coperto il dieselgate. Nel dettaglio il manager avrebbe bloccato le informazioni sui test delle emissioni truccate. Ieri i procuratori hanno dichiarato che avrebbero formulato accuse penali contro Diess per manipolazione del mercato azionario. Secondo Reuters sono coinvolti anche il presidente non esecutivo Hans Dieter Poetsch e l’ex CEO Martin Winterkorn.
VW, ha ammesso nel settembre 2015 di aver utilizzato um software per suoerare i test sulle emissioni previsti negli Usa. Il brand ha versato oltre 30 miliardi di dollari in riparazioni, multe e accantonamenti. La nuova accusa non riguarda specificamente il Dieselgate, ma fa parte di una separata vicenda goudiziaria per accertare le responsabilità legate ad un presunto ritardo nell’informare gli investitori in merito alle azioni illecite dell’azienda. Se gli accertamenti i corso daranno esito positivo porterebbe esserci la fissazione della data del processo.
Le azioni Volkswagen hanno perso fino al 37% in valore nei giorni successivi allo scandalo. Secindo gli inquirenti se gli investitori avessero saputo del trucco delle emissioni, avrebbero potuto vendere azioni in precedenza o non aver effettuato ulteriori acquisti.
Gli avvocati dei tre manager hanno affermato che contesteranno le accuse di aver deliberatamente trattenuto informazioni importanti al mercato. Volkswagen ha detto che il suo intero consiglio di sorveglianza si riunirà per discutere le accuse relative al dieselgate.
L’avvocato di Diess ha affermato che l’accusa non inciderebbe sul suo ruolo di CEO, aggiungendo che poiché Diess – che prima di essere CEO del gruppo era presidente del consiglio di amministrazione del marchio Volkswagen – non era entrato in azienda fino al luglio 2015. Per questo motivo Diess non avrebbe potuto prevedere lo scandalo avrebbe un impatto così grande sull’azienda.